"Ilva, scongiurare il ricorso massiccio alla cassa integrazione"

BARI - Di seguito, una nota del consigliere regionale di Area Popolare, Luigi Morgante. “In attesa della nuova proprietà, ancora lontana (le offerte vincolanti, secondo l’iter previsto, - dichiara Morgante - dovrebbero essere presentate entro l’8 febbraio, e poi occorreranno ulteriori mesi per valutazioni e approfondimenti legati anche ai piani industriali elaborati, per arrivare finalmente alla scelta definitiva), i lavoratori dell’Ilva di Taranto, dopo i ben noti e ormai acclarati danni alla salute provocati dall’inquinamento e dal contesto ambientale critico e intollerabile, rischiano intanto di pagare un nuovo pesantissimo conto: il ricorso massiccio alla cassa integrazione per 4/5mila dipendenti stimati (su 10.974 complessivi), alla luce della scadenza il prossimo 2 marzo dell’accordo con l’azienda che prevedeva invece il ricorso ai contratti di solidarietà, con tagli alle retribuzioni meno marcati e platea interessata più contenuta. Domani - spiega - inizierà il confronto tra i vertici dello stabilimento e le organizzazioni sindacali, per cercare – e auspicabilmente trovare – una necessaria e doverosa mediazione e un punto di equilibrio equo, per non penalizzare ulteriormente la categoria più debole ed esposta nella trattativa, che va invece protetta e difesa. Così come il mantenimento dei livelli occupazionali deve rappresentare una condizione imprescindibile che la nuova proprietà dovrà garantire, rilanciando l’impianto e dopo aver operato le bonifiche ambientali richieste. Per questo, l’esecutivo regionale e il governo nazionale sono chiamati a seguire con attenzione, vigilare e intervenire anche in questa delicatissima fase: bisogna scongiurare in ogni modo rotture e strappi, e non alimentare ulteriori disastri, sempre e solo a spese dei lavoratori e della comunità tarantina”, conclude Morgante.

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