La passione del calcio a Bari? Risale addirittura al Medioevo

di VITTORIO POLITO - Il 15 gennaio 1908 nasce il Foot-Ball Club Bari con atto notarile dell’11 aprile dello stesso anno, per volere di alcuni commercianti oriundi di alcuni paesi europei con a capo l’austriaco Floriano Ludwig, che entrò nella prima formazione anche come portiere.

La neonata formazione gioca le sue prime partite sul campo San Lorenzo, ovvero la piazza d’Armi di Bari, nel quartiere San Pasquale, nelle vicinanze della stazione ferroviaria.

Ma, la passione del gioco del calcio a Bari risale addirittura al Medioevo, come ricorda Vito Antonio Melchiorre, storico di Bari, nel suo libro “Storie di Bari” (Adda Editore). Infatti, il re Carlo d’Angiò, il 20 luglio 1304, dettò lo statuto del clero nicolaiano, stabilendo che i chierici avevano l’obbligo di partecipare con assiduità alle sacre funzioni e di astenersi, in chiesa, dal parlare, disputare, evitare alterchi, ecc. Il 3 febbraio 1488, il capitolo fu costretto a tornare sull’argomento con maggiore energia, perché durante la recita dell’uffizio, i chierici spesso scherzavano. Inoltre, avevano preso l’abitudine di andare a giocare a palla “de lo mizo alla banda de lo spitale”, cioè davanti alla piazzetta dell’ospedale, dove oggi sorge la scuola media S. Nicola. Quindi il capitolo decise che “non se joca quando si dice lo officio e non se joca alla palla”.

Per quanto sopra detto è da ritenere che, nel settecento, si praticava un gioco consistente nel “lanciare la palla colla palma della mano, od altro instrumento da uomo a uomo. La palla soleva essere di cuoio, e per renderla leggiera ed elastica si riempiva di vento, ovvero di pelame, e nel gioco perdeva la scommessa colui che prima dell’altro commetteva un dato numero di falli”.

Nello stesso periodo era molto in voga da noi anche il gioco della pallacorda, molto simile al moderno tennis, praticato sotto la muraglia lungo l’odierna strada San Bartolomeo, che era chiamata appunto ‘via del pallacorda’.

Infine va detto che la passione della palla era talmente radicata fra i religiosi che, in occasione del Sinodo tenuto a Bari dal vescovo Giovanni Granafeo, dal 5 al 7 dicembre 1675, venne ufficialmente sancito il divieto, per i chierici, di giocare al pallone e alle palle che si lanciavano coi martelli di legno.

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