Ilva passa di mano: cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia se l'aggiudica per 2 miliardi

TARANTO - L'Ilva cambia di proprietà e dai Riva va alla cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia. Lo riportano fonti vicine al dossier. A breve - secondo le medesime fonti - dovrebbe essere diffusa la graduatoria delle offerte, nella quale la cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia l'avrebbe spuntata.

Gli elementi valutati sono quelli del prezzo, che dovrebbe essere di poco inferiore ai 2 miliardi, l'impatto ambientale ed il piano industriale. Al tandem dovrebbe aggiungersi successivamente Intesa Sanpaolo come partner finanziario, come annunciato da ArcelorMittal nei mesi scorsi.

Ha perso invece la gara la cordata di AcciaItalia, composta da Jsw Steel, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Delfin. La decisione dei commissari straordinari di Ilva deve essere ancora comunicata al ministero dello Sviluppo Economico, ha detto la fonte. Sarà il ministero a dover emettere un decreto ufficiale per sancire la scelta.

MISE: ANCORA NON AGGIUDICAZIONE - L'aggiudicazione di Ilva non è ancora avvenuta. È quanto puntualizzano fonti del Mise, precisando che "i commissari hanno presentato al Comitato di sorveglianza i risultati della gara e la loro proposta di aggiudicazione". Il ministro dello Sviluppo economico procederà quindi nei prossimi giorni alla valutazione della proposta e assumerà le proprie determinazioni dopo l'incontro con i sindacati già convocato per martedì 30 alle ore 12.15

M5S: "MARCEGAGLIA? A TARANTO NE SAPPIAMO GIA' QUALCOSA. CHIAREZZA SUL PIANO AMBIENTALE" -
"Il gruppo Marcegaglia a Taranto non è una novità. Troverà una città in guardia, troverà noi ad accoglierlo con le 'armi' della sana politica e dell'attenzione. Saremo i cani da guardia senza padrone! Siamo per la chiusura e non consentiremo a nessuno di continuare ad avvelenare Taranto". Lo dice la capodelegazione del MoVimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Rosa D'Amato, in merito alla vendita dell'Ilva alla cordata Am Investco, formata da Arcelor-Mittal e dal gruppo Marcegaglia con il supporto finanziario di Intesa Sanpaolo. "Una volta aggiudicata la gara - continua D'Amato - deve essere chiaro a tutti, governo e azienda, che il piano ambientale va reso noto nel dettaglio. Del resto, il governo lo pone come elemento caratterizzante dell'offerta. Dunque, va analizzato e discusso con i cittadini. Il piano ambientale di chi acquista l'Ilva non è cosa privata. È argomento della che riguarda la pelle e la carne dei tarantini".

Detto questo, conclude D'Amato, "per noi l'unica opzione possibile per il futuro di Taranto resta la chiusura dello stabilimento e la riconversione produttiva del territorio. Sarà su questo obiettivo che, insieme ai cittadini, continueremo a lavorare. Tenendo sempre gli occhi vigili sull'Ilva e la sua nuova gestione".

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