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Nell'udienza di convalida del fermo dinanzi al gip de Tribunale di Bari Alessandra Susca, Basile - difeso dall'avvocato Stefano Remine - ha sostenuto che era la donna ad impugnare il coltello e che si sarebbe ferita da sola mentre lui la abbracciava.
Su richiesta del pm Giuseppe Dentamaro che coordina le indagini dei Carabinieri, il giudice ha convalidato il fermo e ha disposto il carcere.
LA VICENDA - Efferato femminicidio a Bari, nella tarda serata di mercoledì, in un appartamento in corso Sonnino, nel quartiere Madonnella. La vittima, Donata De Bello, è stata trovata però soltanto il giorno dopo, nel primo pomeriggio, dopo la segnalazione fatta agli investigatori dal padre del presunto assassino, Marco Basile.
È stato infatti il padre di Basile - il 32enne in carcere da ieri a Bari per l'omicidio della compagna convivente Donata De Bello - a denunciare il figlio ai Carabinieri dopo che questi gli aveva confidato di aver "fatto una cosa grossa, qualcosa di tragico".
Quando i militari sono entrati in casa, hanno trovato il cadavere chiuso in un armadio nella camera da letto, avvolto in un cellophane e poi in un tappeto e legato con delle corde.
Dopo la morte della donna, 48enne barese, Basile avrebbe lasciato l'appartamento e vagato per tutta la notte. La mattina ha poi telefonato al padre, si è fatto andare a prendere da casa e ha iniziato a confessare.