Noemi, l'omicida: "Voleva l'uccisione dei miei familiari"


SPECCHIA (LE) - 'L'ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia": ha detto così agli inquirenti, alla presenza del proprio legale, il 17enne sottoposto da ieri sera a fermo per l'omicidio volontario di Noemi Durini, la sedicenne di Castrignano del Capo il cui cadavere è stato trovato ieri, sepolto dalle pietre, a 11 giorni dalla sua scomparsa. Il giovane è stato ascoltato in un lungo interrogatorio terminato nella notte.

Il ragazzo ha rischiato il linciaggio quando e' uscito dalla sede della stazione carabinieri di Specchia dove è stato ascoltato per molte ore alla presenza del proprio difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori Maria Cristina Rizzo. All'uscita il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irriguardosi e di sfida alzando la mano destra in segno di saluto alla gente che gli fischiava contro e lo apostrofava.

di BEATRICE GALLUZZO - Ha confessato l’omicidio di Noemi Durini, quel ragazzo di 17 anni considerato “violento” e “a rischio”, che intratteneva con lei una relazione osteggiata da parte dei parenti della giovane. Il ragazzo ha poi portato i carabinieri nel punto in cui aveva seppellito il corpo di lei, nel comune di Castrignano del Capo.

Il diciassettenne, originario di Alessano, iscritto nel registro degli indagati, era stato l’ultimo a vedere Noemi, il 3 settembre. Le immagini di loro due nella 500 bianca del ragazzo erano state catturate da varie telecamere di sicurezza. Dopodichè, secondo la versione data agli inquirenti, l’aveva lasciata nei pressi dello stadio e non si erano più visti.

La confessione arriva a caricare di significato quel post pubblicato su Facebook da Noemi, il 23 agosto. “Non è amore se ti fa male, non è amore se ti controlla”, si leggeva sulla bacheca della vittima.

Noemi in una foto pubblicata su Facebook
LE INDAGINI SULL'AUTO - Un perno importante su cui stavano girando in questi giorni le indagini relative alla scomparsa di Noemi, scomparsa il 3 settembre, era la 500 bianca con cui era passato a prenderla il suo ragazzo, 17enne di Alessano - ora iscritto nel registro degli indagati - all’alba del giorno in cui è svanita nel nulla. Oggi l’esito di quelle ricerche appare negativo, perchè su quell’automobile non c’è nulla: nè sangue, nè tracce rilevanti per gli inquirenti.

Fatto sta che quel sabato di settembre Noemi si trovava a bordo del veicolo, ed è lì che è stata vista per l’ultima volta. Lo hanno registrato delle telecamere di sicurezza. Dopo un litigio con il fidanzato, Noemi era scesa da casa in fretta e lui era passato a prenderla. Non si era preoccupata di portare con sè il portafogli o lo zaino, non aveva preso neanche il suo smartphone. Probabilmente, credeva che sarebbe stata una toccata e fuga, e che sarebbe ritornata a casa in fretta.

Secondo la versione data dal giovane, e come confermato dalle registrazioni delle telecamere, i due fidanzati erano andati a discutere nei pressi dello stadio. Dopodichè, dice lui, di Noemi non sa più nulla perchè l’ha lasciata lì. La versione contraddittoria fornita dal ragazzo, però, non aveva convinto i carabinieri, e non aveva convinto neanche i parenti di Noemi; i quali già da un po’ non vedevano quel diciassettenne di buon occhio.

La pista privilegiata dagli inquirenti fino ad oggi era comunque quella legata a questo giovane considerato “a rischio”. Noemi era coinvolta in una relazione morbosa? Sul profilo Facebook della ragazza, c’era un post datato 23 agosto:- “Non è amore se ti fa male, non è amore se ti controlla”, scriveva.
I cani molecolari in azione durante le ricerche

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