Beppe Fiorello (intervista) ricorda Modugno alla prima dell'Orchestra Magna Grecia

(ph: A.Castellaneta)

di PIERO CHIMENTI - Il Teatro Orfeo di Taranto ha ospitato il concerto inaugurale della stagione dell'Orchestra della Magna Grecia. L'Orchestra, diretta dal maestro Roberto Molinelli, ha reso omaggio, accompagnata dalla voce di Gianni Conte, alla canzone partenopea per la ricorrenza del secolo di vita, di O'Sole Mio, composta da Capurro e Di Capua.

Mattatore dell'evento è stato Beppe Fiorello, che ha interpretato, tra gli altri, alcuni classici di Domenico Modugno, la cui interpretazione nel film 'La grande storia di Domenico Modugno' gli è valsa la cittadinanza onoraria di Polignano a Mare.

L'artista siciliano, con grande gentilezza prima dello spettacolo, non si è sottratto a rispondere ad alcune nostre domande.

(ph: A.Castellaneta)

Nel 2013 hai interpretato Domenico Modugno per il film tv 'La grande storia di Domenico Modugno', per poi portarlo al teatro con 'Penso che un sogno così...'. Cos'è che ti lega tanto al cantautore pugliese, rispetto agli personaggi storici che hai interpretato  nella carriera?

Credo che mi leghi a Domenico Modugno l'idea d'appartenenza anche artistica. Ho scoperto negli anni che lui raccontava così come avrei voluto farlo io da grande. Ho sempre immaginato che lui amasse o la interpretasse così come avrei voluto farlo io. Mi piace stare vicino alle persone, alla gente e da questo, quando l'ho dovuto studiare, leggere capire ed interpretare, ho capito che era un artista che ascoltava molto le persone, ascoltava molto il pubblico, si fidava molto delle sensazioni che il pubblico gli restituiva e per questo lo sento vicino a me. Poi ci sono un'altra serie di motivi legati a mio padre. Lo raccontavo in uno spettacolo di qualche anno fa, c'era questa somiglianza fisica, perché mio padre mi ha cresciuto con le musiche di Modugno, coi suoi dischi, coi 45 giri, e poi mi sono ritrovato casualmente ad interpretarlo in quel bellissimo film.

(ph: A.Castellaneta)

Come mai hai deciso di produrre insieme a Rosario il film 'Chi m'ha visto?'. Come sei riuscito a coinvolgere tanti cantanti nei loro cammei?

L'idea di produrre il film è nata dalla voglia di partecipare alla produzione ed all'idea di essere un po' indipendenti. Mi piaceva la storia, l'idea, e di lavorare con Alessandro Bondi, sceneggiatore e regista all'opera prima. Mi piaceva il tema che aveva sviluppato il film, l'essere poi scomparire, avere talento non avere talento, cosa serve più oggi? Scomparire e far parlare di sé, o esserci e non avere talento?Apparire a tutti i costi... i social media, i social network, che ci costringono a fare questa vita di sovraesposizione mediatica a tutti i costi perché altrimenti si ha paura di non esistere, tutto questo m'interessava e mi sono avventurato. Sul coinvolgimento dei cantanti è stato abbastanza semplice perché ho trovato in loro una grande generosità ed una partecipazione immediata. Non ho fatto grandi sforzi, infatti ne approfitto per ringraziare Jovanotti, Giuliano e i Negramaro, Elisa, Emma, Giorgia, Marina Rei, Max Pezzali, Nek, J-Az, e tantissimi altri che potrei non fermarmi più.