Bari 2 dicembre 1943: il bombardamento ricordato con una mostra e un convegno

di NICOLA ZUCCARO - Bari 2 dicembre 1943. Sono da poco passate le 19.30 quando improvvisamente il porto viene trasformato in un inferno di fuoco per gli effetti del martellante bombardamento degli aerei della Luftwaffe, successivamente estesi sul resto della città. Furono colpite 17 navi mercantili fra cui la Statunitense John Harvey dalla quale, per la presenza al suo interno di bombe cariche di iprite e vietate dal Trattato di Ginevra firmato nel corso della Grande Guerra, si sprigionarono delle sostanze tossiche che provocarono oltre all'inquinamento delle acque portuali, migliaia di vittime fra militari e civili.

E in ricordo di quello che nella storia del Secondo Conflitto Mondiale risulta essere dopo Pearl Harbour il più grave episodio di guerra chimica, sono state organizzate in occasione del Settantaquattresimo anniversario di quel disastro una mostra e un convegno. Dalle ore 9 alle 17,30 e fino al 6 dicembre, presso l'Archivio di Stato in Bari, sarà possibile visionare una cartellonistica correlata da foto e didascalie, documentanti sia quanto accadde il 2 dicembre, sia le ripercussioni che il bombardamento provocò sulla vita cittadina.

Invece, nella mattinata di giovedì 7 dicembre, presso la sala del Consiglio regionale della Puglia, avrà luogo un convegno organizzato dall'Associazione nazionale delle vittime civili di guerra e dall'Istituto pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea. Sarà l'occasione per presentare quei dettagli e quei retroscena che assegnarono al disastro del 2 dicembre 1943 a Bari la definizione di Pearl Harbour del Mediterraneo.

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