Giovanni Nardelli, poeta e cantautore della Martinesità

di TERESA GENTILE - Giovanni Nardelli ha pubblicato in questi giorni il suo primo CD dedicato alle canzoni con la parlata martinese. Con questo CD l’autore esprime il proprio amore per Martina Franca avvalendosi di alcune delle sue più belle poesie che sono state musicate da musicisti locali nel corso dei 17 anni in cui il nostro poeta ha partecipato agli incontri del vivaio di talenti del mio “Salotto Culturale Internazionale Recupero” di Martina Franca e dell’Accademia della Cutizza dinamicamente diretta da Rosa Maria Vinci e volta al recupero della parlata del popolo martinese.

Le sue liriche si fondono con il sottofondo offerto da musiche che un tempo riecheggiavano nelle aie delle nostre masserie: si tratta di mazurche, valzer, polche, fox trot e serenate. Musica, canto e versi creano atmosfere romantiche ed evocative sempre avvolgenti e “scacciapensieri”. Nel comporli Giovanni Nardelli utilizza un linguaggio popolare arguto e dotato di una rima che ha carezzevole cadenza e si presta alla memorizzazione dei brani. È riuscito a trasformare in poesia il suo immenso amore per Martina Franca e per la Valle d’Itria cantando la sua Vespa, i nostri Trulli, le Chiese, le vigne, il gattino ed anche… il gusto genuino dei cibi nostrani.

Grazie ai suoi testi poetici, polpette, fegatini, ‘bocconotti’ e tant’altro, assumono la forma speciale di sapori da non dimenticare. Ci parla anche di Processioni, vacanze a Torre Canne, serenate, danze sull’aia e soprattutto della operosità dei nostri avi che con il proprio esempio di vita sapevano trasmettere da una generazione all’altra un rilevante patrimonio di valori, affetti duraturi, competenze lavorative e certezze. Giovanni Nardelli in ogni nuovo incontro con gli amici del Salotto Recupero continua a incastonare in quelle che ama chiamare “canzoncine”, tante preziose pillole di martinesità. Ma le sue liriche in realtà non sono “canzoncine” ma testimoniano di essere messaggere di “vera poesia” proprio perché hanno un ritmo inconfondibile. La sua poetica ripropone il valore grande di una parlata del popolo martinese capace d’esser fulcro di valorialità, saggezza e storia riecheggiando termini arabi, latini, greci, spagnoli e francesi. La sua ispirazione trae linfa dalla verità, dalla vita, dalla nostalgia di un passato che è parte integrante e irrinunciabile del nostro DNA e poi si dirama nella fitta trama fatta di storia, quotidianità, eternità e ci consente di conoscere un’atmosfera “altra” non fatta di violenze, terrore, fragilità etica, ma intessuta di amore vero per la famiglia, gli anziani, il lavoro, la puntualità, il massimo rispetto interpersonale e l’attuazione del diritto fondamentale di esser felici con cose semplici. Giovanni Nardelli è il poeta degli artigiani, dei ciabattini, dei macellai, dei caffettieri, dei contadini, dei cestai, dei cuochi, e di tanti altri “eroi del quotidiano” che hanno dato onore a Martina con la loro operosità e la capacità di rispetto interpersonale. Egli è il poeta di uomini che hanno saputo santificare la propria vita per mezzo di un qualunque onorevole lavoro. L’assieme delle sue oltre 200 poesie e canzoni vernacolari dà vita a una struggente sinfonia che riecheggia nei meandri delle nostre anime. Molte delle sue poesie sono state trasformate nelle deliziose melodie attuali, avvincenti e scacciapensieri che sono raccolte nel CD e trasmesse di cellulare in cellulare ma anche in reti TV, come la RDS di Roma e via Internet sono sentite in varie nazioni estere dove vivono tanti emigrati martinesi che nell’ascoltarle avvertono la struggente nostalgia della loro Martina tanto amata.

Questi brani, che appartengono alla poesia e alla letteratura poiché raccontano un’epoca, suscitano emozioni, stimolano riflessioni comprensibili da tutti e rispecchiano, in modo straordinario, quello che era (ed è) la società di Martina Franca immortalando anche l’amore immenso del nostro poeta per la carissima moglie Cecilia e per i nostri avi. La stessa cosa avvenne molto tempo fa anche per il brano napoletano “O sole mio” che ancor oggi è l’emblema inconfondibile di un grande amore per la poesia, per la musica e la terra natia, anche se molti oggi non conoscono i nomi dell’autore del testo poetico e di quello musicale, ma quella armonia riecheggia nei cuori, pur nel succedersi delle generazioni. Siamo fieri d’esser stati tra i primi a scoprire il valore di Giovanni Nardelli: un grande poeta che è anche un ricercato cantautore scanzonato e un artista geniale di quella meravigliosa categoria dello spirito che si chiama Martinesità e soprattutto è custode certosino di una memoria espressa con una dialettica semplice ma comprensibile da tutti e perciò ricca di valenza universale.

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