di PIERO CHIMENTI - La Suprema Corte di cassazione ha disposto il sequestro, ad opera del Comando provinciale dei carabinieri di Bari, di 52 milioni di beni di un uomo vicino al clan Cannito-Lattanzio, noto soprattutto nel barlettano.
L'ingente capitale era suddiviso in terreni, vigneti, capannoni industriali, aziende edili oltre che in numerosi conti correnti bancari.
L'ingente capitale era suddiviso in terreni, vigneti, capannoni industriali, aziende edili oltre che in numerosi conti correnti bancari.