Il bacio ieri? Un reato. Ma anche oggi. Lo dice la Cassazione

di VITTORIO POLITO - Come è noto, il bacio è una delle manifestazioni di affetto più diffuse al mondo e pur non essendo di per sé impegnativo, o esprimendo solo un’affettuosità, o un gioco, è comunque un segno certo di affettuosità e, in qualche caso, può preludere a un rapporto più “stretto”, ma non sempre è stato così.

Sin dal XIV secolo, dal tempo della dominazione angioina, in virtù di una rigorosa normativa, era vietato baciare una donna contro la sua volontà, tanto in pubblico che in privato, ritenendo questo atto un gravissimo scandalo e che, se ciò avvenisse, l’unico rimedio per estinguere il “reato” era il matrimonio.                       

Il re Roberto d’Angiò (1277-1343), detto il Saggio, considerando quanto fosse “detestabile e gravissimo il delitto di baciar le donne per forza nelle loro case, nelle chiese, nelle strade pubbliche, ed in altri luoghi, e di malissimo esempio, e gli scandali che da quello potrebbero nascere”, era stato stabilito di punire i colpevoli addirittura con la pena di morte, come riporta Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), nelle sue note pubblicate su “Nicolaus – Studi storici” (numero XVI fasc. 2), diretto da padre Gerardo Cioffari, o.p., e “Storie Baresi” (Levante Editore).

Infatti, il bacio, era considerato reato e dopo due secoli (1563), una disposizione del viceré D. Perafán de Ribera (1509-1571), richiamò in vigore la norma e l’unico rimedio per evitare qualsiasi condanna o punizione, era quello di sposare la donna baciata (?). A Bari, diverse persone, furono colpite da tale provvedimento, per cui un certo Domenico Donato Natalicchio “per causa di bacio violento, che si diceva havere dato in persona di Anna di Donato Antonio di Triggiano” ne subì le conseguenze. C’era anche qualche furba che per affrettare le nozze si faceva baciare pubblicamente, come capitò a Nicolò Ubaldini, che costretto a baciare il 23 novembre in chiesa tale Caterina Nardi, fu obbligato a sposarla d’urgenza il 26 dello stesso mese.

Il 12 marzo 1745, vigilia della festa della Madonna di Costantinopoli, alcune persone sostennero che il giovane Leonardo Pontrelli aveva baciato Angela Appullo durante le ore notturne e che aveva dichiarato di volerla baciare anche di giorno allo scopo di dimostrare la seria intenzione di sposarla.

Oggi che succede? La Corte di Cassazione in una sentenza di qualche anno fa, ha condannato un direttore di banca a 14 mesi di reclusione ed a risarcire 1500 euro (1200 a copertura delle spese legali). Il danno subito dalla donna fu quindi quantificato in 300 euro per aver tentato di baciare, con un “mero sfioramento delle labbra”, una sua dipendente proprio nel giorno di San Valentino. Con la sentenza n. 18679 del 5 maggio del 2016, la Cassazione è intervenuta sul tema della configurabilità del delitto di violenza sessuale nell’ipotesi di bacio dato “a tradimento”, ossia contro la volontà della vittima. Anche con la sentenza numero 43802 del 22 settembre del 2017, la stessa Corte ha sanzionato che il tentativo di dare un bacio sulle labbra che, però, non viene ricambiato, si configura come tentata violenza sessuale.

La mentalità ed i costumi dei giorni nostri sorprendono non poco le moderne generazioni per il rigore di allora, considerando oggi che in ogni luogo, non solo c’è spazio per un bacio, ma… di molto altro ancora! Ma solo e sempre con il consenso dell’interessata e …senza dare scandalo.

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