di VITTORIO POLITO - In occasione del 900° anniversario della traslazione delle ossa di San Nicola, la casa editrice GEDIM (Gruppo Editoriale Meridionale) di Bari pubblicò nella collana “Testimonianze”, il prestigioso volume di Vito Maurogiovanni “San Nicola nel mondo”, nel quale si raccontano piccole e grandi storie, leggende, miti, cronache e aneddoti sulla vita e sulla devozione di San Nicola di Bari, largamente conosciuto in tutto il mondo, come ha sottolineato il giornalista Nicola Bellomo nella presentazione.
Il volume è scritto in tre lingue (italiano, francese e tedesco), per far sì che dalla Basilica di San Nicola di Bari parta un messaggio universale di fede, amore e pace.
L’autore descrive, con la semplicità che lo contraddistingue e la dovizia di particolari, San Nicola quale Santo caro all’Oriente e all’Occidente, sottolineando come alcune fonti storiche sostengono che il nostro protettore sia la somma di due Santi: il buon Vescovo dell’Asia lontana e un altro monaco, Nicola da Sion, anch’egli cristiano di somme virtù.
Lunghe sono le storie dei miracoli ampiamente conosciuti del Santo, ma Maurogiovanni sottolinea come il buon Nicola affrontò tre importanti viaggi: nel primo, in Terra Santa, calmò le onde del mare infuriato e visitò il Calvario; nel secondo viaggio toccò Costantinopoli, Rodi e altre isole greche e per testimoniare la sua riconoscenza ai contadini che gli avevano indicata la strada, ottenne da Dio che i loro aratri non si sarebbero mai logorati. Nel XVII secolo questa tradizione era ancora in vita e si diceva che i contadini si trasmettevano questi strumenti come una preziosa eredità . Nel terzo viaggio, quello in Italia, avrebbe esclamato: «Qui riposeranno le mie ossa», e così è stato.
Nel libro si parla della traslazione, delle tre caravelle, dei 62 marinai, dello stupore dei poveri custodi del luogo ove erano custodite le ossa del Santo e del viaggio di ritorno che fu colpito da numerose tempeste, finché si levò un vento favorevole e una mattina, all’alba, si vide una città lontana che non poteva essere che Bari, come descrive un geografo arabo del 1000, e precisamente il 9 maggio del 1087.
Anche la più bella Basilica di Puglia è citata da Maurogiovanni come ottimo esempio di romanico pugliese ed è anche come oggetto di discussione da parte dei baresi che, ritornando da Myra, vollero subito scegliere il luogo nel quale far erigere un grandioso tempio. Ma il vescovo Ursone frenò in parte i bollenti spiriti dei marinai sostenendo che il sacro carico andava custodito in Cattedrale. Ma la disputa fu oggetto di una cruenta lotta fra popolo, clero ed aristocrazia fino a che intervenne l’Abate Elia e fece accogliere le ossa nella Chiesa di San Eustazio per poi porre mano alla erezione del grande tempio.
E in tutto questo ‘bailamme’ spunta il “giallo” del seggio dell’Abate Elia, ovvero la sua datazione, che secondo il domenicano Gerardo Cioffari o.f.p., storico di San Nicola, risale al 1098, mentre secondo Pina Belli D’Elia, direttrice della Pinacoteca Provinciale di Bari, si può far risalire tra il 1160 e il 1170, nel tempo della ripresa barese dopo la distruzione operata dai normanni. A tutt’oggi il giallo è ancora irrisolto.
Tornando al tema del volume, non vi sono dubbi sulla diffusione nel mondo della fama di San Nicola a cominciare dalla Grecia, dove il prezioso carico è approdato e delle cerimonie che annualmente ricordano ‘ad memoriam’ il particolare avvenimento.
In Russia San Nicola è considerato “Il Santo”, poiché i miracoli e le leggende hanno colpito fede e immaginazione del popolo. La sua devozione era diffusa presso tutte le comunità cristiane dell’impero zarista. Tradizione vuole che il fatidico 9 maggio è avvenuto il primo miracolo di San Nicola: la resurrezione di un giovane travolto dalle tumultuose acque del fiume Dnièper.
In Polonia, nonostante i limiti delle situazioni politiche, le feste celebrate in onore del Santo hanno una grande solennità , in linea con l’anima popolare di quel popolo. In Francia la popolarità di San Nicola è grande. È patrono dei marinai, dei naviganti e di tutti coloro che vivono dai lavori del mare e per questo motivo è stato dato il suo nome a porti e opere che sorgono sulle rive di fiumi e mari. Pare che in Francia il culto per San Nicola è antecedente alla traslazione delle sue ossa, dal momento che è stato accertato già nel 1038 l’esistenza di un tempio consacrato a “Notre-Dame e Saint-Nicolas”.
In Germania sono numerose le chiese dedicate al Taumaturgo d’Oriente. Qualche autore fa risalire la diffusione del suo culto al 972, allorché il futuro Imperatore Ottone II sposò la principessa bizantina Teofano, la quale se ne venne in Europa con il suo bagaglio culturale e la memoria del Santo. E così dopo il suo arrivo, in Germania, si contarono 13 chiese consacrate a Nicola. In Svizzera San Nicola è equamente diviso tra protestanti e cattolici. Grande festa il 6 dicembre a Friburgo, capitale del Cantone, dove insiste una Cattedrale gotica dedicata a San Nicola. La festa nicolaiana è prima religiosa, e poi si trasforma in una grande manifestazione popolare nella quale si inserisce anche una fiera.
In Inghilterra il culto a San Nicola si è ampiamente diffuso dopo l’impresa dei marinai baresi che Maurogiovanni definisce “europea”. La Gran Bretagna conserva una delle più belle immagini di San Nicola: la “Pala Ansidei”, di Raffaello Sanzio, che raffigura la Madonna fra Giovanni Battista e un San Nicola dalla fronte alta, senza barba e con il pastorale nella mano destra. Nel 1885 fu acquistata per 70 mila sterline.
E in Puglia che succede? C’è l’usanza di dedicare al Santo chiese, luoghi di mare o di difesa. Nell’isola di San Nicola delle Tremiti, c’è un grande torrione che un tempo serviva da difesa di quel lembo di Mare Adriatico che è chiamato “Cavaliere di San Nicola”.
A Torre a Mare c’è una Parrocchia dedicata al Santo e nel mese di agosto c’è l’usanza di portare la statua per mare, alla stregua di quanto avviene a Bari. La processione a mare sfiora anche il vicino porto di San Giorgio, ove nel 1087 sbarcarono le sacre reliquie.
Le città pugliesi che hanno dedicato chiese al Santo non si contano: Mola, Brindisi, Carovigno, Aradeo, Caprarica, Corigliano d’Otranto, Maglie, Morciano di Leuca, Squinzano, Castellaneta, Lizzano, Manduria, Palagiano, per non parlare di quelle esistenti in altre regioni e città italiane.
Nel volume si parla anche della devozione dei pellegrini, i quali venivano accolti con carità e godevano anche di una speciale assistenza sanitaria, come ricorda padre Cioffari, che ha rinvenuto un documento dal quale si ricava un quadro esauriente dello “Spedale della Real Chiesa di San Nicolò di Bari”.
Tra le visite importanti alla Basilica barese, si registrano quella del Principe Carlo d’Inghilterra e di Lady Diana del 2 maggio 1985, accolti dall’arcivescovo Mons. Mariano Magrassi, dal provinciale dei Domenicani padre Enrico De Cillis e dal Rettore padre Damiano Bova. Speciale “cicerone” padre Gerardo Cioffari.
Più recentemente la Basilica è stata oggetto di visita da parte del presidente russo Putin, accompagnato dal Presidente del Consiglio Prodi. Per la prima volta nella storia un capo di Stato della Russia, la nazione che certamente vanta il primato nella venerazione a S. Nicola, ha varcato la soglia della Basilica come uno dei tanti pellegrini russi, per inginocchiarsi davanti alla tomba del Santo e venerarlo.
Il volume è scritto in tre lingue (italiano, francese e tedesco), per far sì che dalla Basilica di San Nicola di Bari parta un messaggio universale di fede, amore e pace.
L’autore descrive, con la semplicità che lo contraddistingue e la dovizia di particolari, San Nicola quale Santo caro all’Oriente e all’Occidente, sottolineando come alcune fonti storiche sostengono che il nostro protettore sia la somma di due Santi: il buon Vescovo dell’Asia lontana e un altro monaco, Nicola da Sion, anch’egli cristiano di somme virtù.
Lunghe sono le storie dei miracoli ampiamente conosciuti del Santo, ma Maurogiovanni sottolinea come il buon Nicola affrontò tre importanti viaggi: nel primo, in Terra Santa, calmò le onde del mare infuriato e visitò il Calvario; nel secondo viaggio toccò Costantinopoli, Rodi e altre isole greche e per testimoniare la sua riconoscenza ai contadini che gli avevano indicata la strada, ottenne da Dio che i loro aratri non si sarebbero mai logorati. Nel XVII secolo questa tradizione era ancora in vita e si diceva che i contadini si trasmettevano questi strumenti come una preziosa eredità . Nel terzo viaggio, quello in Italia, avrebbe esclamato: «Qui riposeranno le mie ossa», e così è stato.
Nel libro si parla della traslazione, delle tre caravelle, dei 62 marinai, dello stupore dei poveri custodi del luogo ove erano custodite le ossa del Santo e del viaggio di ritorno che fu colpito da numerose tempeste, finché si levò un vento favorevole e una mattina, all’alba, si vide una città lontana che non poteva essere che Bari, come descrive un geografo arabo del 1000, e precisamente il 9 maggio del 1087.
Anche la più bella Basilica di Puglia è citata da Maurogiovanni come ottimo esempio di romanico pugliese ed è anche come oggetto di discussione da parte dei baresi che, ritornando da Myra, vollero subito scegliere il luogo nel quale far erigere un grandioso tempio. Ma il vescovo Ursone frenò in parte i bollenti spiriti dei marinai sostenendo che il sacro carico andava custodito in Cattedrale. Ma la disputa fu oggetto di una cruenta lotta fra popolo, clero ed aristocrazia fino a che intervenne l’Abate Elia e fece accogliere le ossa nella Chiesa di San Eustazio per poi porre mano alla erezione del grande tempio.
E in tutto questo ‘bailamme’ spunta il “giallo” del seggio dell’Abate Elia, ovvero la sua datazione, che secondo il domenicano Gerardo Cioffari o.f.p., storico di San Nicola, risale al 1098, mentre secondo Pina Belli D’Elia, direttrice della Pinacoteca Provinciale di Bari, si può far risalire tra il 1160 e il 1170, nel tempo della ripresa barese dopo la distruzione operata dai normanni. A tutt’oggi il giallo è ancora irrisolto.
Tornando al tema del volume, non vi sono dubbi sulla diffusione nel mondo della fama di San Nicola a cominciare dalla Grecia, dove il prezioso carico è approdato e delle cerimonie che annualmente ricordano ‘ad memoriam’ il particolare avvenimento.
In Russia San Nicola è considerato “Il Santo”, poiché i miracoli e le leggende hanno colpito fede e immaginazione del popolo. La sua devozione era diffusa presso tutte le comunità cristiane dell’impero zarista. Tradizione vuole che il fatidico 9 maggio è avvenuto il primo miracolo di San Nicola: la resurrezione di un giovane travolto dalle tumultuose acque del fiume Dnièper.
In Polonia, nonostante i limiti delle situazioni politiche, le feste celebrate in onore del Santo hanno una grande solennità , in linea con l’anima popolare di quel popolo. In Francia la popolarità di San Nicola è grande. È patrono dei marinai, dei naviganti e di tutti coloro che vivono dai lavori del mare e per questo motivo è stato dato il suo nome a porti e opere che sorgono sulle rive di fiumi e mari. Pare che in Francia il culto per San Nicola è antecedente alla traslazione delle sue ossa, dal momento che è stato accertato già nel 1038 l’esistenza di un tempio consacrato a “Notre-Dame e Saint-Nicolas”.
In Germania sono numerose le chiese dedicate al Taumaturgo d’Oriente. Qualche autore fa risalire la diffusione del suo culto al 972, allorché il futuro Imperatore Ottone II sposò la principessa bizantina Teofano, la quale se ne venne in Europa con il suo bagaglio culturale e la memoria del Santo. E così dopo il suo arrivo, in Germania, si contarono 13 chiese consacrate a Nicola. In Svizzera San Nicola è equamente diviso tra protestanti e cattolici. Grande festa il 6 dicembre a Friburgo, capitale del Cantone, dove insiste una Cattedrale gotica dedicata a San Nicola. La festa nicolaiana è prima religiosa, e poi si trasforma in una grande manifestazione popolare nella quale si inserisce anche una fiera.
In Inghilterra il culto a San Nicola si è ampiamente diffuso dopo l’impresa dei marinai baresi che Maurogiovanni definisce “europea”. La Gran Bretagna conserva una delle più belle immagini di San Nicola: la “Pala Ansidei”, di Raffaello Sanzio, che raffigura la Madonna fra Giovanni Battista e un San Nicola dalla fronte alta, senza barba e con il pastorale nella mano destra. Nel 1885 fu acquistata per 70 mila sterline.
E in Puglia che succede? C’è l’usanza di dedicare al Santo chiese, luoghi di mare o di difesa. Nell’isola di San Nicola delle Tremiti, c’è un grande torrione che un tempo serviva da difesa di quel lembo di Mare Adriatico che è chiamato “Cavaliere di San Nicola”.
A Torre a Mare c’è una Parrocchia dedicata al Santo e nel mese di agosto c’è l’usanza di portare la statua per mare, alla stregua di quanto avviene a Bari. La processione a mare sfiora anche il vicino porto di San Giorgio, ove nel 1087 sbarcarono le sacre reliquie.
Le città pugliesi che hanno dedicato chiese al Santo non si contano: Mola, Brindisi, Carovigno, Aradeo, Caprarica, Corigliano d’Otranto, Maglie, Morciano di Leuca, Squinzano, Castellaneta, Lizzano, Manduria, Palagiano, per non parlare di quelle esistenti in altre regioni e città italiane.
Nel volume si parla anche della devozione dei pellegrini, i quali venivano accolti con carità e godevano anche di una speciale assistenza sanitaria, come ricorda padre Cioffari, che ha rinvenuto un documento dal quale si ricava un quadro esauriente dello “Spedale della Real Chiesa di San Nicolò di Bari”.
Tra le visite importanti alla Basilica barese, si registrano quella del Principe Carlo d’Inghilterra e di Lady Diana del 2 maggio 1985, accolti dall’arcivescovo Mons. Mariano Magrassi, dal provinciale dei Domenicani padre Enrico De Cillis e dal Rettore padre Damiano Bova. Speciale “cicerone” padre Gerardo Cioffari.
Più recentemente la Basilica è stata oggetto di visita da parte del presidente russo Putin, accompagnato dal Presidente del Consiglio Prodi. Per la prima volta nella storia un capo di Stato della Russia, la nazione che certamente vanta il primato nella venerazione a S. Nicola, ha varcato la soglia della Basilica come uno dei tanti pellegrini russi, per inginocchiarsi davanti alla tomba del Santo e venerarlo.
never heard about san nicola thanks for sharing
RispondiEliminavellore golden temple
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RispondiEliminaI am really Thankful for sharing this post
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