Attraversa 240 volte senza pagare lo stesso pedaggio autostradale: arrestato in flagranza

ROMA - Colpevole di aver attraversato 240 volte senza pagare il pedaggio Fréjus (Varo), attaccato al paraurti della macchina che lo precedeva, un residente di San Raffaele dovrà pagare una multa di 4.700 euro per evitare il processo dopo essere stato arrestato in "flagrante delicto". L'uomo di 35 anni è stato arrestato martedì dalla polizia sull'autostrada A8 nel Varo, mentre cercava di ripetere per l'ennesima volta questa piccola manovra, che gli ha permesso per mesi di attraversare il pedaggio senza pagare un centesimo, ha spiegato ai media la Procura di Draguignan. Quest'uomo, idraulico, è stato posto in custodia in relazione a una denuncia per frode, presentata dalla compagnia autostradale.

La pubblica accusa ha depositato immediatamente le condizioni imposte al reo per il rilascio che sono state accettate dalla parte civile: si impegna a pagare l'importo di 4.700 euro, comprese le spese processuali. Il procedimento penale sarà avviato solo se l'automobilista non paga il suo debito, per il quale beneficerà di una rateizzazione.

L'autista, domiciliato a Saint-Raphaël, aveva preso l'abitudine di risparmiare il pedaggio per prendere l'autostrada verso Nizza, con questo stratagemma. Stupidamente in quanto in ogni passaggio a "scrocco", l'individuo è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, che hanno facilitato il suo arresto da parte della polizia. Finora non riuscire a pagare l’autostrada era solo un fastidio: entro pochi giorni dal transito, si doveva saldare il pedaggio. Bastava un salto al Punto Blu, in banca, alla Posta oppure qualche click su internet. Ora, invece, a qualcuno sta capitando anche di ricevere una multa di 85 euro con decurtazione di due punti patente.

Perché? Gli ausiliari abilitati a fare multe sono arrivati anche in autostrada. Con un aggravio di lavoro anche per la Polizia stradale, che invece non ha abbastanza uomini per coprire le necessità legate alla sicurezza. Tutto grazie ad una modifica introdotta nel Codice della strada nel 2012 (dall’articolo 8 del Dl 179, noto come Decreto crescita 2.0) e di fatto è attuabile solo da fine 2016, perché è diventato operativo un protocollo d’intesa firmato da Polizia stradale e Aiscat (l’associazione dei gestori) evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Finora, le sanzioni sono sempre state applicate solo nei casi di dolo, anche con l’aiuto dell’elettronica (sistema Tur, transito utenti recidivi): le targhe dei recidivi sono in una lista nera e quando vengono lette al casello fanno scattare un allarme per l’esattore, se presente. Questi chiama la Polizia e cerca di trattenere il trasgressore, ma solo se gli agenti possono intervenire molto velocemente (il casellante non può impedire all’utente di andarsene).

Nei casi non dolosi, i gestori autostradali si sono limitati a emettere rapporti di mancato pagamento, da saldare entro un numero di giorni (normalmente compreso tra cinque e 15) variabile secondo il gestore e la modalità di transito (su casello presidiato da personale o pista automatica). Scaduto il termine, si passa la pratica a una società di recupero crediti (tranne nei casi in cui la somma non saldata sia tanto piccola da non giustificare la procedura). In teoria, anche nei casi non dolosi si sarebbe dovuto anche segnalare il fatto alla Polizia stradale, perché costituisce anche violazione dell’articolo 176, comma 11, quindi comporta le relative sanzioni. Ma questo finora non era accaduto quasi mai. Ora invece, in concomitanza con l’arrivo dei casellanti abilitati a sanzionare, inizia ad accadere.

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