Intervista all'on.Assuntela Messina: «La festa della Madonna? Io resto a Barletta, sento molto forte il senso di appartenenza»


di NICOLA RICCHITELLI – Ancora una testimonianza, ancora una voce, ancora parole che si spendono per quella che è una delle più belle feste patronali della Puglia. Con orgoglio e piacere, ospitiamo oggi sulle pagine del Giornale di Puglia, in questo spazio dedicato alla festa patronale di Barletta, “A fest d’à Madonn”, la neo senatrice on.Assuntela Messina.

Onorevole Messina, innanzitutto mi permetta di ringraziarLa per la disponibilità a rispondere alle nostre domande.

La Madonna dello Sterpeto e San Ruggero, i Santi Patroni di Barletta, che posto occupano nella sua vita?
R:«La Madonna dello Sterpeto e San Ruggiero rappresentano riferimenti essenziali, che legano la maggior parte dei cittadini barlettani ad una dimensione di Storia e di Identità. Ritengo che anche chi non vive direttamente questa dimensione avverta la forza di questo passaggio. Da sempre occupano  un posto centrale nella mia esperienza di vita».

Quanto sono stati importanti queste Figure nel suo cammino?
R:«Sono state e continuano ad essere Figure fondamentali nel mio percorso esistenziale e spirituale perché riannodano, attraversando le diverse stagioni, gli slanci di una Fede acerba e adolescenziale alle lente conquiste che oggi rappresentano la pienezza di una “ scelta” libera, gioiosa, profondamente sentita, tanto da diventare asse di rotazione della mia personale visione del mondo  e in essa delle relazioni umane».

Con che stato d’animo vive l’avvicinarsi di questi tre giorni?
R:«Sono i giorni che riaccendono la speranza di vedere rinnovato e sostanziato il “senso della Comunità”. Una progressiva maturazione della collettività di fronte alle costanti che scandiscono il mutamento dei tempi.
Sono i giorni della Tradizione, i giorni che ribadiscono  la ciclicità e il rinnovarsi nel tempo di un “sentire” profondo, che necessita di una “liturgia” interiore costantemente e continuamente rivisitata».

Come si è arrivati negli anni a far divenire questo momento un momento di fuga più che un momento per star insieme e far festa?
R:«Qualsiasi “liturgia”, anche laica, necessita di ordine e compostezza. Anche interiore. E’ liturgia perché propone significati attraverso una organizzazione che esalta il nucleo dei valori posti a fondamento della stessa. La fuga può essere determinata dal non sentirsi coinvolti o non essere preparati a 'farsi parte' di una festa che mira a rinvigorire  vicinanza e condivisione. Una differente gerarchia di valori innesca un meccanismo che va comunque sempre rispettato e nello stesso tempo compreso e interpretato».

Personalmente quali sono i momenti che più le emozionano della festa?
R:«L’ arrivo della Madonna in Città e la Processione sono momenti che, a mio avviso, si caricano di un valore simbolico fortissimo. È il procedere lento di una umanità che attraversa gli spazi del vissuto con le pause e le soste ( e quindi le difficoltà ) che appunto ogni procedere comporta. I Santi Patroni incarnano il riferimento, il baluardo di un sentire che nel suo avanzare cerca il contatto con la dimensione, vera, autentica e piena dell’esistenza».

Cosa deve chiedere la politica e i politici nel mentre i Santi Patroni volgeranno lo sguardo dinanzi al Palazzo di Città la sera dell’8 luglio?
R:«Mi consenta di ribadire la mia umile pronuncia dei fondamenti della Fede che sorreggono anche l’ impegno politico e che non devono mai entrare in contraddizione ma piuttosto armonizzarsi con la dimensione laica dello Stato. Rispetto per l’Altro, per l’ Ambiente, Impegno concreto nel mettersi al servizio del Bene comune, del Bene di tutti. Con lo sguardo attento alle sofferenze, alle contraddizioni, ai bisogni. Lavorando sempre con dedizione, perseveranza e onestà intellettuale e morale».

Onorevole Messina, in occasione dei festeggiamenti dei Santi Patroni, lei resta o parte?
R:«Resto a Barletta. Sento molto forte il senso di appartenenza e ritengo che il nutrimento delle nostre radici sia indispensabile per vivere con coscienza e consapevolezza l’apertura al mondo». 

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