Bari 8 agosto 1991, approda il Vlora della disperazione

di NICOLA ZUCCARO - Alle 3.18 dell'8 agosto 1991 una telefonata pervenuta dal Capo di Gabinetto del Prefetto di Brindisi alla Prefettura di Bari informa della presenza di una nave diretta verso il porto del capoluogo pugliese. Poche ore dopo, in una calda mattinata agostana, quel mezzo navale - meglio identificato come mercantile Vlora e battente bandiera albanese - attracca al Molo Foraneo dello scalo portuale di Bari. L'arrivo, preceduto da una successiva conferma di quell'informativa notturna, viene ricevuto anche alla Capitaneria di Porto di Bari fra le 5 e le 6 di quel mattino di 27 anni fa.

Ne segue una riunione d'emergenza convocata presso la Prefettura di Bari e al termine della quale si individua lo stadio della Vittoria quale luogo di prima accoglienza dove poter organizzare il successivo rimpatrio dei 20.000 profughi. Costoro, disperati, giunti con il Mercantile Vlora sperano di trovare un futuro migliore e diverso da quel "presente" lasciato nell'Albania dilaniata dal regime totalitario. Dopo gli arrivi nella primavera del 1991 a Brindisi e a Taranto, anche Bari dovette esprimere una prova di solidarietà, con l'Amministrazione comunale che, supportata dalla Prefettura, mise in funzione, sin dai primi arrivi al della Vittoria, la macchina degli aiuti e degli interventi.

L'impegno profuso dagli organi comunali passò inosservato (forse perchè non sottoposto alla sua attenzione) a Francesco Cossiga. Il presidente della Repubblica dell'epoca chiese le dimissioni dell'allora sindaco di Bari, Enrico Dalfino. La richiesta di Cossiga rappresentò quel neo che macchiò l'immagine di una Bari solidale e capace, più di qualsiasi altra città italiana, di insegnare a tutt'oggi il valore dell'accoglienza, dinanzi alla perdurante emergenza migratoria.

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