La mostra dei 'Ceri a San Rocco' a Casamassima

di VITTORIO POLITO - Con il patrocinio del Comune di Casamassima, dell’Archeoclub e del Comitato Feste San Rocco, si svolgerà dal 30 agosto all’11 settembre 2018 a Casamassima presso il Palazzo Accadia, la Mostra fotografica “Ceri a san Rocco” di Onofrio Mancini

L’evento è finalizzato a festeggiare il suo Santo protettore. Per l’occasione non mancheranno una serie di iniziative culturali che faranno da cornice alla tradizionale Festa. Un resoconto preciso, nostalgico e sempre attuale che duplica immagini di stampe a colori, atte a confermare e consolidare la credenza-usanza dei casamassimesi di scortare il Santo con ceri di varie dimensioni durante tutto il tragitto della processione.

Onofrio Mancini, tra i fondatori dell’Associazione Europea “Amici di San Rocco”, è l’ideatore e curatore della mostra, da sempre cultore della tradizione, che lo scorso anno ha pubblicato il volume “San Rocco 70 anni di Festa 1946–2016” (Levante Editore Bari). Mancini nel 1997, con lo stesso editore, ha pubblicato un libro, oggi introvabile, dedicato ai manifesti che dal 1946 al 1996 avevano pubblicizzato l’evento religioso: davvero uno scrigno di notevole importanza storico-sociologica.

Caratteristica della manifestazione, molto partecipata, è la processione che si svolge per le vie del paese a mezzogiorno della Domenica. I devoti sfilano in silenzio con in mano un cero acceso accompagnando la statua di San Rocco in meditazione. Fino a qualche anno fa la processione era caratterizzata anche dalla presenza di cavalli ornati con fiocchi e mantelli, montati da bambini vestiti da angioletti. La grande piazza del paese ben si presta a valorizzare le luminarie, mentre viene rallegrata dalla musica concertistica. Qualche volta, negli anni scorsi, c'è stato il lancio di una grande mongolfiera. Lo spettacolo pirotecnico è uno dei divertimenti più popolari e attesi, col continuo susseguirsi di botti che illuminano il cielo con una luminosa cascata multicolore.

Ricordo qualche notizia su San Rocco, nato a Montpellier, che rimasto orfano vendette tutti i suoi beni, distribuendo il ricavato ai poveri e partì in pellegrinaggio a Roma. Si fermò all’Ospizio di Acquapendente (Viterbo), dove si dedicò al servizio degli appestati, operando guarigioni miracolose. San Rocco è rappresentato con il cane, quel cane del nobile Gottardo Pallastrelli che gli portava da mangiare per l’impossibilità del Santo di camminare a causa di un “bubbone” ad una gamba. Morì in provincia di Varese nel 1379. Dal 1999 è attiva presso la Chiesa di San Rocco in Roma l’Associazione Europea Amici di San Rocco, del quale Mancini è stato tra i fondatori, con lo scopo di diffondere il culto e la devozione verso il Santo della carità attraverso l’esempio concreto di amore verso i malati ed i bisognosi.

San Rocco è protettore dei pellegrini, dei chirurghi, dei prigionieri e del bestiame, è invocato contro la peste, le malattie contagiose ed i disastri naturali.

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