Settembre, scuola, caro-libri, poi file e folla fuori i negozi dei grandi marchi: dov'è la crisi?

di LUIGI LAGUARAGNELLA - 7 settembre, Milano, piazza Cordusio: apre Starbucks, il bar più famoso del mondo, fila di gente e strade bloccate. 8 settembre, Bari, via Argiro: apre Lego store, le famose costruzioni, folla all’inaugurazione. Si tratta di scene ormai consuete nelle grandi città. Gente assiepata in attesa delle aperture del negozio del grande marchio o del centro commerciale di turno. Una folla degna di un concerto, file e tempi d’attesa da pazienza di Giobbe per entrare, vedere e probabilmente comprare, comprare, comprare. Occorre poi ricordare la gente ammassata davanti le vetrine dell’Apple store all’uscita dell’ennesimo nuovo iPhone?

Non sono pochi gli esempi in cui i cittadini vanno a caccia dell’ultimo prodotto di moda e non sempre si tratta di una corsa al risparmio. Un telefono del marchio della mela, una scatola di costruzioni Lego oppure, da quello che si sente, un caffè dallo Starbucks, non sono per tutte le tasche. Eppure le tasche di tanti cittadini sembrano disposte a spendere quattrini. Sia chiaro tutto è lecito, ognuno può fare ciò che ritiene opportuno. Però è anche opportuno ricordare che è settembre e tanti cittadini dovranno affrontare le spese per l’inizio dell’anno scolastico e senza dubbio qualche mugugno farà eco per le strade, le scuole e gli organi di stampa: il caro-prezzo dei libri, i testi di lettura, il materiale da cancelleria.

Molto probabile che davanti ad una libreria o ad una cartoleria più che una fila festante e in trepida attesa troveremmo genitori pronti a lamentarsi. Anche in questo caso tutto è lecito. Non ci si sottrarrebbe alle polemiche per l’acquisto di un libro, non per sborsare euro per lo zaino all’ultima moda, il diario più cool dell’anno scolastico, astucci e borsellini da sfoggiare all’ultima moda, poi fa niente che in molti casi ci si ritrova ad essere agli ultimi posti per la promozione della lettura o più i generale sulla sensibilità culturale.

Ovviamente si percepisce un clima generale di un certo avvicinamento ai libri e alla cultura in genere e magari quelli che fanno la fila fuori i grandi negozi di telefonia, vestiti o altro sono anche clienti che senza lamentarsi spendono tranquillamente soldi per l’inizio dell’anno scolastico. Ma si sa, che per moda molta gente si indebita, fa di tutto per accontentare i propri figli per imitazione dei compagni, ma per il resto c’è sempre la crisi. E a farne le spese, è risaputo, sono sempre i libri, le arti e la cultura. Vedere quella gente in fila, in una lunga attesa addirittura per un caffè (come se non esistessero altri bar) la domanda è sempre la solita: ma davvero sta questa crisi?

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