Oncologia: al via a Lecce tour itinerante per avviare la Rete Oncologica e ridurre i viaggi della speranza

LECCE - La Rete Oncologica Pugliese stenta a partire. Finora solo incontri, convegni e studi sullo “Stato dell’arte”, ma niente di concreto. Tuttora il paziente oncologico salentino è “allo sbando”. Consegnato al «passaparola» e alle esperienze vissute fuori regione da parenti, amici e conoscenti.

Eppure l’obbligo di istituire una Rete Oncologica su tutto il territorio pugliese è stabilito dal Decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70 con cui è stato definito il “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”.

Per tre anni quindi non si è provveduto a realizzare la Rop, la Rete Oncologica Pugliese. Anche se sono stati individuati e nominati il coordinatore di rete (Gian Marco Surico) e il coordinatore del Dipartimento oncologico per la Asl di Lecce (Gaetano Di Rienzo).

Ieri l’itinerario della costruenda Rete ha toccato il Polo didattico della Asl dove si è fatto il punto sullo  “Stato dell’Arte dell’Oncologia della provincia di Lecce”. Un convegno organizzato dalla Favo, la federazione delle associazioni di volontariato in Oncologia. Un confronto che ha dato la parola a medici, oncologi, infermieri, Ordini professionali, Associazioni di volontariato e, soprattutto, pazienti.

«Questo incontro itinerante – spiega il direttore generale Asl Ottavio Narracci - serve per ragionare sullo stato di aggiornamento della rete oncologica pugliese. Un sistema organizzativo che mette a frutto tutte le risorse professionali, tecnologiche e organizzative per garantire ai pazienti affetti da malattie oncologiche il più tempestivo e il più appropriato percorso clinico-assistenziale. Tra le sue finalità anche quella di ridurre la mobilità passiva, nel momento in cui noi diamo al cittadino delle risposte appropriate , qualificate e tempestive nel territorio».

Giammarco Surico è il coordinatore della Rete Oncologica Pugliese - ROP.

«Questo convegno fortemente voluto dalla Favo mette in rete tutte le professionalità regionali e serve a fornire un’informazione corretta a tutti i cittadini attraverso un portale. Una delle finalità è di rendere rapida la fruizione del percorso di diagnosi e cura attraverso l’identificazione dei Centri di orientamento oncologico . Sono 18 distribuiti su tutto il territorio regionale , collegati a un numero verde al quale rivolgersi per avere un appuntamento in tempi europei rapidi.

Il Centro oncologico è costituito da un oncologo, un infermiere specializzato, un amministrativo e uno psicologo, capaci di avviare il paziente verso  i Gruppi Multidisciplinari che dovranno segnare il percorso diagnostico-terapeutico senza che il paziente vada a prenotarsi la Tac, la Pet e quant’altro.

Vogliamo evitare che il paziente finisca in mani poco esperte. Abbiamo visto che in Puglia ci sono molti Centri dove i chirurghi operano 1-2-3 colon o pancreas  all’anno. Non è più possibile».

Emblematica la situazione del carcinoma mammario che colpisce tantissime donne ogni anno.

«Per quanto riguarda la senologia – fa sapere Rita Tarantino presidente di SOS per la vita - abbiamo dei percorsi meravigliosi per le donne malate di cancro. Stiamo raggiungendo il massimo nei percorsi di diagnosi e in quelli di cura.  La situazione però cambia per tutti gli altri tipi di tumore che impazzano in questo momento, come vescica, polmone e colon-retto.

Sarà pure bellissima la Rete che sta nascendo – considera Tarantino - ma nell’immediato oggi il malato di tumore è allo sbando. Non sa chi chiamare, a chi rivolgersi, manca una mano amica che lo accompagni in un percorso di diagnosi e cura. In questo momento non esiste nulla. Anche per la chemioterapia, che è la cosa più semplice e che è uguale in tutta italia – incalza Tarantino - mancano le cose più elementari. Mancano perfino le sedie per sedersi e, soprattutto, manca l’umanizzazione.

Io mi auguro che la Rete che nasce non debba naufragare. Siamo fiduciosi, anche perché- spiega -  il direttore Rodolfo Rollo, in un incontro che ho avuto con lui come presidente del CCM, ha detto che per supportare la nascita della Rete oncologica conta sulla collaborazione delle associazioni».

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