Bennato: «Mastro Geppetto? L'ho immaginato come un artigiano che, in barba alla Legge Fornero, è riuscito ad andare in pensione»


di NICOLA RICCHITELLI – Ancora qualche giorno e il “Pinocchio & Co” di Edoardo Bennato giungerà nella città di San Nicola - sabato 8 dicembre al Teatro Team di Bari, inizio previsto per le ore 21 – nonché unica data pugliese del tour dell’artista partenopeo.

Quasi tre ore di musica, video ed interazione con il pubblico per rendere il concerto di Bennato non una semplice esibizione, ma una vera e propria esperienza emozionale.

Bennato continua il suo viaggio, di città in città, parlando di un mondo fatto di buoni e cattivi, dove sbeffeggiare i potenti, inneggiando alla forza umana del popolo e passando per il più classico tra i sentimenti ispiratori dei poeti della canzone: l’amore.

Sul palco il “PINOCCHIO & COMPANY TOUR 2018”, che parte dal nuovo singolo “Mastro Geppetto” e continua tra i brani storici del rocker.

On stage la formazione ormai consolidata composta da Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Roberto Perrone (batteria), Arduino Lopez (basso).

E a completare il quadro di grande musica il Quartetto Flegreo, formatosi a Napoli nel 2002.

Maestro, innanzitutto grazie per essere ospite del nostro spazio. Andiamo subito al cuore della questione parlando di questo  “Pinocchio & Co. Tour”. Perché hai sentito il bisogno – dopo quarant’anni – di riportare in scena questo “Burattino senza fili”?
R:«Perché viviamo in un'Italia che è più "Collodiana" oggi che nel '77. Siamo circondati da "gatti e volpi", "Grilli parlanti", "Mangiafuoco" fa ballare i burattini e "la fata" ( metafora della condizione femminile) è ancora quella che "paga di più"».

“Mastro Geppetto” perché solo oggi hai deciso di dare forma a chi nella favola dà forma alla figura del burattino Pinocchio?   
R:«Perchè l'ho immaginato come un artigiano che, in barba alla Legge Fornero, è riuscito ad andare in pensione... non è cosa di tutti i giorni in questo periodo storico».


A tuo modo di vedere quali le analogie tra il romanzo di Collodi e il nostro tempo? 
R:«L'ho detto prima: siamo immersi nell'Italia di Collodi!».

Cosa ti affascina del famoso romanzo di Collodi?
R:«La cosa che mi ha sempre intrigato dal romanzo di Collodi è che Pinocchio veniva smascherato, perché quando diceva una bugia gli si allungava il naso... sarebbe bello se fosse così nella realtà!».

Ha ancora senso oggi raccontare delle favole?
R:«Perchè no?».

Da Peter Pan al Pifferaio magico, possiamo dire che per le favole hai sempre nutrito un certo fascino? 
R:«Le favole, a mio avviso, danno l'opportunità di trattare argomenti, anche delicati, senza correre il rischio di apparire retorico, didascalico, moralista... A nessuno piace sentirsi fare la morale, men che meno dai Grilli Parlanti!

Come sei riuscito a concentrare più di quarant’anni di carriera in tre ore di spettacolo?
R:«Il concerto è articolato in modo da mischiare passato e presente. Anzi, spesso il passato è più attuale del presente».

Qualche anno fa pubblicavi “Le vie del rock sono infinite”. Prendo spunto dal titolo di questo album per chiederti appunto dello stato di salute del rock qui in Italia. Cosa c’è di rock nella musica che si sente in giro?
R:«Il rock va avanti per conto suo, anche in questo momento in qualche cantina in America, in Inghilterra, in Australia e perché no, anche in Italia qualche sconosciuta band sta dando nuova linfa al rock... le sue vite sono infinite!».

Edo, due parole per la città di Bari. Vi è qualche ricordo che ti lega ad essa?
R:«Bari, come Napoli è una città di mare ed è così simile alla mia città che mi sembra, ogni volta che ci vengo, di essere a casa!».

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto