Tumore al seno: assegnato riconoscimento a due medici del San Paolo di Bari

BARI – Anche le parole possono curare: nell’era della medicina sempre più tecnologica e veloce, dove i medici hanno sempre meno tempo da dedicare ai pazienti, sembra proprio che i percorsi di cura non possano fare a meno del supporto generato dal dialogo e da una corretta relazione e comunicazione tra il medico e il suo assistito. Questo aspetto è ancora più marcato nel caso di patologie come il tumore al seno o altre patologie oncologiche, che richiedono un approccio di cura multidisciplinare, che coinvolge non solo l’oncologo ma anche altri professionisti.

Sono la comunicazione e l’importanza del rapporto diretto medico-paziente i grandi temi al centro del “Riconoscimento U. V. al Laudato Medico”, istituito nel 2017 da Europa Donna Italia per preservare l’eredità umana di Umberto Veronesi: un modo semplice e diretto per dire “grazie” ai medici che nei Centri di senologia multidisciplinari hanno dimostrato particolare empatia, umanità e vicinanza alle pazienti con tumore al seno. Quest’anno Fondazione MSD supporta in modo incondizionato il progetto sposandone in pieno la filosofia di attenzione alla Persona nel percorso di cura.

Dopo la raccolta di oltre 6.000 segnalazioni di pazienti e caregiver sul web, è stato assegnato a Milano il Riconoscimento ai cinque medici che nelle diverse categorie – chirurgo, oncologo, radiologo, radioterapista e patologo ¬– hanno ricevuto il maggior numero di segnalazioni per l’empatia e l’umanità dimostrata, tra cui a due medici pugliesi: Antonio Cusmai, Dirigente Dipartimento Oncologia Ospedale San Paolo di Bari e Angela Vestito, Unità Operativa Complessa di Radiodiagnostica-RMN – Senologia San Paolo di Bari.

«Sono estremamente onorato ed emozionato. Sono entusiasta di essere vincitore tra gli oncologici e sono grato a tutte le pazienti che hanno pensato di potermi aiutare in questa maniera e hanno ritenuto appunto di volermi votare. La premiazione è stata un’esperienza bellissima», dichiara Antonio Cusmai.

«Sono qui per la seconda volta, è il secondo anno che sono qui in qualità di finalista radiologa, emozionante esattamente come la prima volta – spiega Angela Vestito – quest’anno però l’emozione si è raddoppiata per aver ricevuto questo Riconoscimento che è fondamentale per noi professionisti per poter andare avanti nella nostra professione al meglio, con umanità e con accoglienza nei confronti della persona portatrice di una malattia».

Ascoltare i pazienti, infondere loro fiducia e speranza, significa scatenare reazioni positive, che addirittura, come dimostrano numerosi studi scientifici, possono potenziare gli effetti delle terapie e favorire la guarigione. Umberto Veronesi ha lasciato questo messaggio in eredità al nostro Paese, ai medici che hanno lavorato con lui e alle nuove generazioni, e per questo Europa Donna Italia ha deciso di intitolare alla sua memoria il Riconoscimento al Laudato Medico.

«Umberto Veronesi è stato il primo a riconoscere e dare l’umanizzazione alla medicina – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia – prima di lui si pensava che fosse più urgente curare l’organo piuttosto che la persona. Lui aveva capito che preoccuparsi della sensibilità delle pazienti accelerava la guarigione e lo insegnava ogni giorno a colleghi e allievi. Il Riconoscimento vuole valorizzare il modo di concepire la relazione medico-paziente introdotto dal Professor Veronesi affinché sia da stimolo e modello esemplare per tutta la classe medica».

Mettere in pratica nella clinica di tutti i giorni, e soprattutto con i pazienti oncologici come le donne colpite da un tumore al seno, gli insegnamenti di Umberto Veronesi è fondamentale.

«Creare da subito un buon rapporto con il paziente, entrando in empatia con lui, è fondamentale – afferma Paolo Veronesi, Presidente Fondazione Umberto Veronesi – la prima cosa da fare è ascoltarlo. Il medico deve necessariamente trovare un equilibrio tra il tempo che ha a disposizione, effettivamente troppo limitato, e la capacità di accontentare i pazienti. In ogni caso, la regola che vale per tutti noi medici è quella di non chiudere mai la porta di fronte a un paziente che ti vuole parlare».

Quest’anno il progetto è sostenuto in modo incondizionato da Fondazione MSD. «La Fondazione MSD – dichiara il Direttore Goffredo Freddi – è lieta di sostenere da quest’anno un progetto che riconosce il Valore e i Bisogni della Persona nel suo percorso di cura e nella relazione con il medico: temi assolutamente coerenti con l’impegno che, ormai da otto anni, contraddistingue l’attività della Fondazione a sostegno dell’empowerment e dell’engagement delle Associazioni di pazienti e delle Persone che ne sono parte».

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