Libri: 'Cartelli d’Italia', l’Italia s’è destra

di FRANCESCO GRECO - Dai giornali: “Perde 4 dita con una sega”. Dev’essere un nerd che aspetta seduto sul divano il reddito di cittadinanza. Così impara…

   “Ciò il culo alla Belen” (beata te!)

   “Tenta suicidio sui binari ma il treno non passa”.
Aspetterà il successivo, se proprio vuole… 

   Su un distributore di condom:
“Guasto (Stasera pippe)”.

   Vota così: Scrivi, Maddalena Ficarotta, con Culora sindaco.
Chissà se è stata eletta a San Cataldo, lista Beni Comuni?

   Dottor Marco Lasagna, nutrizionista (ci avremmo giurato!)

   “Panini con bombette all’abrace” (che buoni!)   

   “Fanculo i rifugiati, viva la sorca!” (della Isoardi?)

   “Sugo pronto ai furti di mare” (slurp!) 

   “La vita è un tour de forse” (lo diceva Platone?)

Se il segno è semanticamente affollato, un surrogato del livello culturale di un paese, siamo messi niente bene, ma tanto, come diceva Pino Daniele, a chi glien’importa?
 
L’Italia spocchiosa, il cui padre nobile è il Totò delle lettera alla Malafemmina (oltre a Sordi, “Noi siamo noi e quelli non sono un c…” e Paolo Villaggio, “Mi dichi!”), che finge di essere colta, un sacco provinciale e supponente, che ostenta una cultura che non ha, che parla come Di Maio, è tutta qui, in “Cartelli d’Italia” (Presa in giro d’Italia in 1000 cartelli), di Cristiano Militello, Baldini+Castoldi e R101, pp. 380, euro 17, 00 (i proventi saranno devoluti alla Fondazione TOG, onlus nata a Milano nel 2011 che si occupa delle patologie neurologiche complesse dei bambini).

Procuratevelo subito, e le risate per le feste sono assicurate.

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