Il teatro ‘Purgatorio’ di Bari: storia e curiosità

di VITTORIO POLITO – Il fondatore del Teatro “Purgatorio” di Bari è stato Beppe Stucci (1948-2018), figura storica del teatro dialettale barese degli anni ’70. Negli ultimi tempi si era dedicato al turismo ed alla ristorazione, settori non lontani dal suo primo grande amore, il teatro e la sua la nota cantina di “Cianna Cianna”, nel centro storico di Bari.

Il teatro “Purgatorio” di Bari, diretto da oltre trent’anni da Nicola Pignataro, trovasi in Via Pietrocola, nei pressi del Conservatorio, località che una volta era denominata “Fanidde”, dal nome di una vecchia taverna, e faceva parte di un gruppo di case vecchie adiacente all’ex passaggio a livello Bari-Taranto e alla Villa Romanazzi Carducci.

In quei tempi si avvertiva la necessità di nuovi teatrini per il cabaret, il teatro dialettale e le tradizioni popolari e Beppe Stucci pensò di attivare un teatrino di quel genere e, in compagnia della moglie Resi e della signora Mariellina Lorusso Cipparoli, architetto e arredatrice, si recarono nel vecchio frantoio. La visita avvenne di sera, pieno di misteri e penombre e, pare che Mariellina Lorusso abbia esclamato “Madonne, e ci jè ddò? U purgatorie?”. E così il teatro “Purgatorio” era nato.

Si alternarono quindi Vianello e Mondaini e tanti cabarettisti di fama per un pubblico un po’ raffinato e attento che gremiva la sala. Michele Mirabella, in collaborazione con il “Piccolo Teatro” di Bari, mise in scena “Jarche Vasce” di Vito Maurogiovanni, diventato poi il cavallo di battaglia del “Piccolo”.

Con il dialetto una grande partecipazione di pubblico fece capolino al “Purgatorio”. Il dialetto diventerà sempre più il programma privilegiato del teatro, quando Stucci passò la mano ad altri soci, tra cui Nicola Pignataro, che rimarrà il solo conduttore e ne farà il tempio del dialetto barese, anzi del suo teatro in dialetto barese. Mariolina De Fano, Gino Paoli, Enrico Montesano, il Quartetto Cetra, I Gatti di Vicolo Miracoli, Oreste Lionello, Nico Salatino e Michele Volpicella, Franco de Giglio, Teodosio Barresi, Carla e Nicola Traversa, Gianni La Porta, Annalena Cardenio, Ileana Pepe, Giuliano Ciliberti, Claudia Papa, ecc.

Merito dell’ininterrotto successo delle commedie in dialetto barese, è il garbo, l’assenza di volgarità e il buon gusto dei testi che fa del teatro di via Pietrocola il luogo ideale per un sano divertimento adatto a grandi e piccini. Non a caso, il “Purgatorio” è il punto di riferimento preferito per i baresi residenti nelle altre parti d’Italia all’estero, poiché il clima che vi si respira è sempre improntato ad un buonumore che non ha bisogno di ricorrere a parolacce o riferimenti osceni per strappare una lunga e liberatoria risata.

Il 21 maggio 2013 il Teatro chiuse perché non era più a norma e Nicola Pignataro diffuse il seguente comunicato: «Come è già a conoscenza di molti, lo storico Teatro Purgatorio dovrà chiudere i suoi gloriosi battenti. I motivi scatenanti sono le ingiustizie, le vessazioni e gli accanimenti burocratici, da noi subiti da parte dell’attuale Amministrazione Comunale, comportamenti che rendono impossibile il prosieguo delle attività. Ma il TEATRO PURGATORIO per evitare l’onta della chiusura, il giorno prima dell’arrivo dei “gendarmi” SI SUICIDERÀ alla presenza dei suoi attori, dei giornalisti, operatori TV e di tutti i suoi simpatizzanti che vorranno intervenire». Cosa che avvenne per riaprire a febbraio 2016.

Le notizie di cui sopra sono state attinte dalla pagina web del Teatro Purgatorio e dal volume di Vito Maurogiovanni “Cantata per una città” (Levante Editori).

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