Libia: Guardia costiera, no mezzi per soccorrere migranti


TRIPOLI - Arriva la presa di posizione della Guardia costiera libica sulla questione migranti, che sottolinea di avere “ancora i mezzi sufficienti per poter effettuare operazioni di soccorso in ogni situazione”. Si difende così il portavoce della Guardia costiera di Tripoli, l’ammiraglio Ayoub Qassem, dopo l'ultimo barcone in avaria vicino le coste libiche a cui non è stato subito prestato soccorso.

“Abbiamo compiuto il nostro dovere con professionalità, inviando sul luogo della segnalazione una motovedetta appena scattato l’allarme, ma il nostro mezzo ha avuto un’avaria ed è dovuto rientrare. Era troppo distante, le autorità italiane sono a conoscenza delle nostre possibilità”, ha aggiunto Qassem.

L’ammiraglio, che elogia “l’intervento umanitario dell’Italia”, chiede “maggiori aiuti da parte dell’Ue e del governo di Tripoli” per poter essere in grado di operare in mare. “Servono imbarcazioni veloci, quelle che abbiamo ora sono vetuste, hanno bisogno di continua manutenzione”. A questo si aggiunge la “carenza di carburanti e di rifornimenti”.

Con altri mezzi probabilmente sarebbe stato evitato il naufragio di venerdì scorso costato la vita - secondo la testimonia dei superstiti - a 117 persone. A Qassem, però, risultano una cinquantina. "Venerdì verso mezzogiorno abbiamo ricevuto la richiesta di soccorso per un gommone in difficoltà con cinquanta persone a bordo a 65 miglia a nordest di Tripoli. Abbiamo subito inviato la motovedetta Qaminis che però dopo due ore e mezza di navigazione ha avuto un'avaria".

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