di VITTORIO POLITO - L’onomastica è un ramo della linguistica che studia, in una o più lingue o dialetti, il sistema dei nomi propri di persona o antroponimi, di località o toponimi, ecc.
Qualche anno fa, Carla Marcato, docente di Linguistica italiana nell’Università di Udine e direttore del Centro Internazionale sul Plurilinguismo, ha pubblicato fra i suoi tanti testi, il volume “Nomi di persona, nomi di luogo – Introduzione all’onomastica italiana” (Il Mulino editore).
L’autrice, esperta in materia, nel suo interessante libro tratta numerosi argomenti tra i quali: nomi personali, cognomi, soprannomi, toponomastica in relazione all’ambiente naturale e antropizzato, insieme ad altri argomenti sull’onomastica in particolare.
Il volume fornisce una chiara introduzione all’onomastica e ne illustra le diverse categorie in relazione ai nomi di centri abitati, di regioni, di fiumi e monti e ad altre forme, descrivendo significati, aspetti storici, linguistici e classificazione. Per la toponomastica, Carla Marcato, tratta tra l’altro della tradizione popolare e tradizione dotta, ovvero la diversa ‘distanza’ esistente tra la dizione dialettale e quella ufficiale di un toponimo (come ad esempio ‘Scìgghiu’ = Scilla).
C’è un capitolo dedicato ai soprannomi. Il soprannome altro non è altro che l’appellativo scherzoso, ironico o anche malevolo imposto a una persona per distinguere un individuo prendendo spunto da caratteristiche fisiche e/o morali della persona e che col tempo può diventare anche soprannome di famiglia. Il soprannome è anche un appellativo distintivo di una persona, che si usava aggiungere al nome proprio, derivandolo generalmente dal nome di uno dei genitori, dal luogo di origine, dal mestiere esercitato, o da un appellativo equivalente, al moderno cognome, diverso, sotto certi aspetti, dal nome proprio e dal cognome.
A Bari, ad esempio, nella città vecchia, esiste una via con il nome di “Roberto il Guiscardo”. In realtà egli si chiamava Roberto d’Altavilla, ma le sue vicende politiche lo portarono, tra l’altro, a circondare il Papa Nicolò II di ogni cura e rispetto, tanto che il pontefice nell’anno 1059 lo investì del titolo di Duca di Calabria e di Puglia per grazia di Dio e di S. Pietro. Si creava così una nuova situazione politica e giuridica nel Mezzogiorno d’Italia, che avrebbe avuto sviluppi di grande importanza storica nei secoli seguenti. Da queste vicende probabilmente il soprannome di “Guiscardo” (furbo, astuto).
Nel testo di Marcato non manca neanche un capitolo dedicato alle altre forme dell’onomastica, come quelli dei teatri e cinema, esercizi commerciali e prodotti di vario tipo. Insomma un libro non solo tecnico ma denso di informazioni e risposte a molti interrogativi che certe volte ci poniamo.
Qualche anno fa, Carla Marcato, docente di Linguistica italiana nell’Università di Udine e direttore del Centro Internazionale sul Plurilinguismo, ha pubblicato fra i suoi tanti testi, il volume “Nomi di persona, nomi di luogo – Introduzione all’onomastica italiana” (Il Mulino editore).
L’autrice, esperta in materia, nel suo interessante libro tratta numerosi argomenti tra i quali: nomi personali, cognomi, soprannomi, toponomastica in relazione all’ambiente naturale e antropizzato, insieme ad altri argomenti sull’onomastica in particolare.
Il volume fornisce una chiara introduzione all’onomastica e ne illustra le diverse categorie in relazione ai nomi di centri abitati, di regioni, di fiumi e monti e ad altre forme, descrivendo significati, aspetti storici, linguistici e classificazione. Per la toponomastica, Carla Marcato, tratta tra l’altro della tradizione popolare e tradizione dotta, ovvero la diversa ‘distanza’ esistente tra la dizione dialettale e quella ufficiale di un toponimo (come ad esempio ‘Scìgghiu’ = Scilla).
C’è un capitolo dedicato ai soprannomi. Il soprannome altro non è altro che l’appellativo scherzoso, ironico o anche malevolo imposto a una persona per distinguere un individuo prendendo spunto da caratteristiche fisiche e/o morali della persona e che col tempo può diventare anche soprannome di famiglia. Il soprannome è anche un appellativo distintivo di una persona, che si usava aggiungere al nome proprio, derivandolo generalmente dal nome di uno dei genitori, dal luogo di origine, dal mestiere esercitato, o da un appellativo equivalente, al moderno cognome, diverso, sotto certi aspetti, dal nome proprio e dal cognome.
A Bari, ad esempio, nella città vecchia, esiste una via con il nome di “Roberto il Guiscardo”. In realtà egli si chiamava Roberto d’Altavilla, ma le sue vicende politiche lo portarono, tra l’altro, a circondare il Papa Nicolò II di ogni cura e rispetto, tanto che il pontefice nell’anno 1059 lo investì del titolo di Duca di Calabria e di Puglia per grazia di Dio e di S. Pietro. Si creava così una nuova situazione politica e giuridica nel Mezzogiorno d’Italia, che avrebbe avuto sviluppi di grande importanza storica nei secoli seguenti. Da queste vicende probabilmente il soprannome di “Guiscardo” (furbo, astuto).
Nel testo di Marcato non manca neanche un capitolo dedicato alle altre forme dell’onomastica, come quelli dei teatri e cinema, esercizi commerciali e prodotti di vario tipo. Insomma un libro non solo tecnico ma denso di informazioni e risposte a molti interrogativi che certe volte ci poniamo.