di VITTORIO POLITO - Oggi si festeggia la festa folkloristica di San Nicola in Olanda che non ha confronti nel mondo, come ricorda nel suo “Foglio”, che invia periodicamente agli amici di San Nicola in tutto il mondo, padre Gerardo Cioffari o.p., il domenicano colto, che sa tutto sul nostro patrono.
Nei secoli XVII e XVIII, prevalendo il protestantesimo puritano, anche il folklore nicolaiano era fuorilegge. Infatti all’inizio del XVII secolo, tale Oliver Cromwell (1559-1658), condottiero e politico inglese, permise il saccheggio della chiesa di San Nicola a Galway (Irlanda), al punto da farla ridurla a stalla.
Nel 1607 furono emanate in diverse città severe leggi contro chi festeggiava San Nicola. A Delft (Olanda) il magistrato della cittadina impose con un documento la proibizione della festa.
Ad Utrecht nel 1655 il consiglio comunale per evitare che il decreto fosse aggirato dalla popolazione, estese la proibizione della festa di San Nicola dal primo all’8 dicembre. Ad Amsterdam con l’ordinanza n. 81, fu vietato di andare sulla diga o in altri luoghi “con qualsivoglia tipo di dolci, cibi o altra mercanzia”, per non attirare la folla da ogni parte della città .
Ovviamente anche gli artisti limitarono le loro creatività senza far comparire l’immagine del Santo, come si può notare in alcuni dipinti di Jan Steen o di Cornelis Dusart.
In alcuni manifesti pubblicitari, per mettere in cattiva luce la simpatica figura di San Nicola, veniva storpiata l’immagine oppure mostrava il vescovo che frusta con cattiveria un bambino (?).
Oggi in Olanda la festa di Santa Claus (Sinterklaas) è considerata fra le tradizioni più caratteristiche della nazione.
Che l’Olanda abbia avuto la sua epoca schiavista – scrive padre Cioffari – è difficile metterlo in dubbio, ma è altrettanto vero che a partire dall’epoca della Rivoluzione francese si fecero avanti nuove idee sempre più umanitarie e addirittura all’avanguardia nella nostra civiltà europea. Nel corso del XIX secolo, come la Spagna non rappresentava più l’odiato nemico, così Pietro il Nero, non ricordava più lo “schiavo”, ma un allegro accompagnatore del nostro Santo. Ai primi dell’Ottocento infatti risalgono le prime pubblicazioni che vedono San Nicola allegramente per le strade e soprattutto sui tetti a portare doni attraverso i camini.
Nei secoli XVII e XVIII, prevalendo il protestantesimo puritano, anche il folklore nicolaiano era fuorilegge. Infatti all’inizio del XVII secolo, tale Oliver Cromwell (1559-1658), condottiero e politico inglese, permise il saccheggio della chiesa di San Nicola a Galway (Irlanda), al punto da farla ridurla a stalla.
Nel 1607 furono emanate in diverse città severe leggi contro chi festeggiava San Nicola. A Delft (Olanda) il magistrato della cittadina impose con un documento la proibizione della festa.
Ad Utrecht nel 1655 il consiglio comunale per evitare che il decreto fosse aggirato dalla popolazione, estese la proibizione della festa di San Nicola dal primo all’8 dicembre. Ad Amsterdam con l’ordinanza n. 81, fu vietato di andare sulla diga o in altri luoghi “con qualsivoglia tipo di dolci, cibi o altra mercanzia”, per non attirare la folla da ogni parte della città .
Ovviamente anche gli artisti limitarono le loro creatività senza far comparire l’immagine del Santo, come si può notare in alcuni dipinti di Jan Steen o di Cornelis Dusart.
In alcuni manifesti pubblicitari, per mettere in cattiva luce la simpatica figura di San Nicola, veniva storpiata l’immagine oppure mostrava il vescovo che frusta con cattiveria un bambino (?).
Oggi in Olanda la festa di Santa Claus (Sinterklaas) è considerata fra le tradizioni più caratteristiche della nazione.
Che l’Olanda abbia avuto la sua epoca schiavista – scrive padre Cioffari – è difficile metterlo in dubbio, ma è altrettanto vero che a partire dall’epoca della Rivoluzione francese si fecero avanti nuove idee sempre più umanitarie e addirittura all’avanguardia nella nostra civiltà europea. Nel corso del XIX secolo, come la Spagna non rappresentava più l’odiato nemico, così Pietro il Nero, non ricordava più lo “schiavo”, ma un allegro accompagnatore del nostro Santo. Ai primi dell’Ottocento infatti risalgono le prime pubblicazioni che vedono San Nicola allegramente per le strade e soprattutto sui tetti a portare doni attraverso i camini.
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