Riccardo Sinigallia (intervista): "La mia musica? Contemporanea, sincera e involontaria"

 di ALESSANDRO NARDELLI - Il 14 settembre 2018 è uscito “Ciao Cuore”, il nuovo lavoro di Riccardo Sinigallia pubblicato da Sugar. Prodotto da Riccardo Sinigallia e Laura Arzilli, “Ciao Cuore” è un disco di relazioni dirette. Ogni canzone diventa un personaggio e ogni personaggio ha una storia da raccontare. È un volo tra l’immaginario e la realtà immediata di Riccardo Sinigallia.

La release del disco è stata anticipata dal singolo omonimo “Ciao Cuore”, in radio da venerdì 31 agosto 2018. Il brano è anche un video con Valerio Mastandrea per la regia di di Daniele Babbo “Dandaddy”.

Riccardo Sinigallia si è raccontato al Giornale di Puglia, parlandoci della sua carriera, di cosa vuole trasmettere la sua musica, del suo disco “Ciao Cuore” e del tour che porta il nome della sua composizione.

D: Come nasce la tua passione per la musica? Quando hai iniziato a suonare? Quando hai scritto la prima canzone?

R: La mia passione per la musica nasce nel 1982, anzi in realtà nel 1978, perché mia madre è una discografica e si occupava di un’etichetta, la Durium, che aveva distribuzione, e soprattutto produzione, in Italia. Lei si occupava anche dell’etichetta Casablanca, che si occupava di gestire la promozione nella nostra nazione di artisti e gruppi americani come Donna Summer, Roberta Kelly, i Kiss. Un giorno lei mi portò in un teatro dove c’era proprio Donna Summer e io rimasi molto colpito, anche se tutta la parte discografica mi aveva in un certo senso già rapito. Poi, mio padre mi insegnò i primi accordi di chitarra e nel 1982 scrissi la mia prima canzone, a 12 anni. Un brano che somiglia sorprendentemente al mio stile musicale, a ciò che scrivo ancora adesso. Sono passati circa 30 anni e il mio linguaggio non è poi così diverso.

D: Come racconteresti la tua musica in tre aggettivi? Quali sentimenti vogliono trasmettere i tuoi brani? 

R: Lo spettro dei sentimenti è ampio e variegato. Le canzoni sono un po’ dei corrispettivi rispetto alla vita, quindi hanno la multipolarità di tutti i giorni. Tre aggettivi per la mia musica, potrei dire contemporanea, sincera e involontaria.

D: Il tuo album “Ciao Cuore”, pubblicato a settembre (Sugar) è stato appena eletto miglior disco del 2018 dai 120 giornalisti che hanno votato per il ‘Top 2018’, il referendum sui migliori album italiani del 2018, e dall’AGIMP, la neonata Associazione dei Giornalisti e critici Italiani di Musica legata ai linguaggi popolari. Te lo aspettavi? Cosa ha rappresentato per te questo grandissimo successo?

R: Beh, è stata per me una grande soddisfazione, poiché il mio disco non era di super tendenza. E’ stato quindi un riconoscimento inaspettato che dà anche molta speranza e fiducia nella nuova critica musicale italiana. Perché c’è bisogno ancora di ascoltare dei dischi che non sono solo quelli di moda o di successo.

D: Quando hai realmente compreso di aver raggiunto il successo? Pensi sia difficile affermarsi nel mondo della musica per riuscire ad emergere in questo settore?

R: Penso sia molto difficile, complicato. Il successo è il momento in cui si incontra la propria personalità, la corrispondenza tra la propria persona e quello che si fa. Quello è il successo, a prescindere dai numeri, dai followers, dagli ascolti. Da quel momento in poi, il passo è stato compiuto.

D: Parlaci del tuo “Ciao Cuore tour”, la nuova tournée che, dopo aver fatto registrare il tutto esaurito a Bologna e Milano, farà tappa in Puglia, a Bari e a Lecce.

R: Mi hanno un po’ messo in guardia, dicendomi “Non ti aspettare lo stesso numero di persone del Nord giù al Sud”. Io però sono ottimista, spero che molte persone vengano per curiosità o per affetto. Parte del concerto è incentrato soprattutto sull’ultimo disco, con una parte molto elettronica, complessa molto strutturata. La seconda metà del concerto invece ripercorre le canzoni del passato e quindi diventa più intimo e confidenziale.

ph credits: Fabio Lovino

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