di NICOLA ZUCCARO - Tanto tuonò che alla fine piovve. Non c'è altra espressione più pertinente per poter commentare l'esonero di Eusebio Di Francesco da allenatore della Roma. Fatale, per il sollevamento del tecnico pescarese dalla guida tecnica della squadra romanista, l'eliminazione dei giallorossi dagli ottavi di Champions League. Ma, pur coi ringraziamenti di circostanza, rivolti da James Pallotta allo stesso Di Francesco per l'impegno profuso nella conduzione dei romanisti, corre l'obbligo per un diritto non solo di cronaca, ma anche e sopratutto di approfondimento giornalistico, quello di dover chiedere le ragioni tempistiche di una scelta che la dirigenza giallorossa, da tempo, era intenzionata ad intraprendere. Al perchè ora, però segue la domanda delle domande, su chi prenderà il posto di Di Francesco. Si opterà su un traghettatore ( in queste ore si fa con insistenza il nome di Ranieri) o su un allenatore con il quale poter già programmare la prossima stagione sportiva? In attesa del successore, a seguito del diniego di Donadoni, resta Paulo Sosa (ex allenatore della Fiorentina) il nome in cima alla lista dei papabili per l'avvicendamento sulla panchina della compagine capitolina.
