La maledizione del Nanga Parbat ha colpito ancora

Una montagna maledetta, a detta di tutti coloro che ne hanno provato l'impresa di scalarla quella del Nanga Parbat (8.125 metri). E così è stato anche per Nardi e Tom Ballard, scomparsi prematuramente nei giorni scorsi nel tentativo di scalare lo Sperone Mummery, per molti alpinisti esperti un suicidio, specie se affrontato d'inverno come hanno fatto di due alpinisti.

Il fatidico Sperone prende il nome da Albert Mummery, che nell’agosto del 1895 girò per oltre la metà del gigantesco piede del Nanga Parbat per poi fissarsi su quella costola nera, schiena rocciosa in mezzo alla parete del versante Diamir e decise che di lì passava la via per raggiungere l’enorme conca glaciale a oltre 7000 metri per poi tentare di scalare il trapezio terminale, fino al confine col cielo. Pioniere, il primo a pensare e ad affrontare una spedizione nelle montagne più alte del pianeta. E lì morì, il 24 agosto, con due gurka, portatori pakistani, Raghobir Thapa e Gaman Singh.

Fino ad oggi l’unico uomo che è passato da quelle parti ed è sopravvissuto è stato Reinhold Messner, in discesa. Disperato con il fratello cercava di fuggire dalla montagna e si è infilato in uno di quei terribili canali. Messner ce la fece, sopravvisse, suo fratello morì travolto da una valanga.

Forse un giorno, durante la stagione estiva, qualcuno cercherà di recuperare le "due sagome umane", quelle di Nardi e Ballard per l'appunto, oggi due puntini a circa 6.000 metri di altitudine su quella via impossibile, mai da nessuno percorsa in salita.

"Mi dispiace molto per Ballard che era un ottimo alpinista ma a Nardi dissi più volte di non percorrere quella via. Tre anni fa quando era venuto a Castel Firmiano (Bolzano, ndr) gli avevo detto di non andare. Anche Moro gli aveva consigliato di evitare quella via" dice all'Agi, Reinhold Messner, unico alpinista ad affrontare, per necessità e in discesa, lo Sperone Mummery lungo la parete Diamir del Nanga Parbat. Accadde nel giugno del 1970 assieme al fratello Guenther. Questi venne travolto a una quota più bassa rispetto a quella dove sono stati individuati i corpi di Daniele Nardi e Tom Ballard.

"Noi eravamo scesi un po' piu' a destra - ricorda Messner -. Dovevamo scendere da quella parte o altrimenti saremo morti tutti e due. Mio fratello è morto molto più in basso". "E' difficile poter capire la dinamica da un semplice fotogramma ma, a mio parere, sono morti travolti da una valanga - dice Messner -. In quella zona ci sono tre canali da dove scendono valanghe con blocchi di ghiaccio. Anche il basco Txikon impegnato nei soccorsi a sua volta ha rischiato molto perché è stato sfiorato da almeno due slavine. Gli errori in montagna sono solo dell'uomo, la via Munmery è pericolosa e non solo difficile. Io come avevo detto a Nardi non sarei mai andato".

Il Re degli Ottomila, ovvero il primo alpinista della storia a raggiungere tutte le 14 vette sopra gli 8.000 metri senza l'uso dell'ossigeno, rivolge un pensiero alle famiglie. "Finchè non toccheranno con mano il proprio caro e non avranno la possibilità di capire, sarà molto difficile elaborare il lutto. L'ho visto con la mia famiglia: quando è stato ritrovato mio fratello dopo tanti anni avevo portato i miei fratelli, i genitori non c'erano più, nella valle del Diamir dove abbiamo sepolto e ricordato Guenther con una semplice cerimonia". 

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto