Pasta di legno nel formaggio grattugiato: richiamo dei supermercati Penny

ROMA - In alcune catene di supermercati in Germania viene venduto formaggio grattugiato etichettato come “100% parmigiano”, ma contenente una percentuale di pasta di legno. L'allarme è stato diffuso dalla catena di supermercati Penny in Germania, dove in alcune confezioni è stato rilevato la presenza di cellulosa in formaggi grattugiati anche se etichettati come “100% parmigiano”. 

Nello specifico, riferisce Penny, si tratta del formaggio "San Fabio Grana Padano, grattugiato, 150g" con la data di scadenza indicata del 17.06.2019, numero EAN è 24218795 venduto in tutta la Germania. Inoltre nel comunicato l'azienda riferisce che "È un richiamo preventivo. Perché non si può escludere che corpi estranei (trucioli di legno) possano essere trovati in pacchetti individuali. Il consumo del prodotto in esame è pertanto fortemente sconsigliato. Il lotto è stato tolto dalla vendita. I clienti possono restituire i prodotti sul mercato e ottenere il rimborso del prezzo di acquisto, anche senza presentazione della ricevuta. I prodotti con date precedenti non sono interessati". 

Che il parmigiano sia l'alimento made in Italy più soggetto a contraffazione, lo dimostrano i dati secondo i quali il 99% dei formaggi venduti come italiani all'estero sarebbero in realtà delle imitazioni. La presenza di «trucioli di legno» per arricchire i contenuti del parmigiano grattugiato smaschera l’inganno del falso Made in Italy che utilizza nomi che richiamano specialità nazionali di prestigio per spacciare produzioni di bassa qualità, quando non addirittura rischiose per la salute. Il fatto che nel formaggio grattugiato meno del 40% del prodotto sia un prodotto caseario è grave. Ma se i nomi dei prodotti «simil-italiani» sono gli stessi, le caratteristiche sono invece profondamente differenti, perché i formaggi Made in Italy originali devono rispettare rigidi disciplinari di produzione ed un sistema di controlli che non ha eguali. 

I consumatori ingannati, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dunque, non solo pagano per un prodotto di bassa qualità, ma vedono i pericolo anche la loro salute, considerando che la cellulosa è un additivo non dannoso se compreso tra il 2 e il 4%. Nell'attesa che le catene di supermercati coinvolte effettuino le dovute analisi, la speranza è che vengano presi dei seri provvedimenti per chi spaccia per italiani dei prodotti che nulla hanno a che fare con il made in Italy.

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