Xylella: sindacati pronti a grande mobilitazione di massa

BARI - Una grande mobilitazione di massa per fronteggiare l'avanzata della xylella e trovare soluzioni concrete per i territori già colpiti. Associazioni ed imprenditori scenderanno in piazza a Lecce, sabato prossimo, 9 marzo. Manifesteranno, in maniera compatta, Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative delle tre province (Lecce, Brindisi e Taranto), assieme ad altre organizzazioni anche non agricole e le comunità territoriali. A renderlo noto l'ufficio stampa congiunto delle associazioni aderenti.

Nei giorni scorsi - prosegue la nota - è stato istituito un tavolo istituzionale di crisi in quanto “non si decide sulla grave pandemia per cui l’Unione Europea pretende delle azioni concrete tese ad attuare una politica di contenimento; la Regione Puglia invece di definire una strategia chiara e condivisa che consentisse di superare le difficoltà che ancora oggi impediscono di eliminare le piante infette e secche, inizialmente si è fatta condizionare da ideologi negazionisti e propugnatori di fantomatici rimedi e solo ora si sta ricredendo. Nel frattempo il Salento si è distrutto velocemente ed il batterio si sta propagando sempre più verso il nord della Puglia. La politica e i decisori pubblici a tutti i livelli devono assumersene le responsabilità. Intanto c’è chi nega ancora l’evidenza della ufficialità dei dati di una positività prossima al 100 per cento nella zona delimitata come infetta; si susseguono provvedimenti legislativi e amministrativi tanto generici quanto inconcludenti ai danni dei territori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto”.

Secondo le organizzazioni datoriali occorre intervenire, con forza estrema, per ottenere un'attenzione delle istituzioni pubbliche sulla distruzione del territorio e dell’economia non solo agricola del Salento operata dalla malattia.

Per questo le associazioni datoriali hanno dichiarato lo stato di agitazione della intera categoria dei territori salentini colpiti dalla pandemia xylella fastidiosa, e stigmatizzato il ritardo negli interventi da parte della Unione Europea, del Governo italiano e soprattutto della Regione Puglia, conclude la nota.
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