Ex Ilva Taranto: si dimettono i commissari. Emiliano: "Situazione esplosiva"


TARANTO - I commissari straordinari dell'Ilva, Corrado Carrubba, Piero Gnudi ed Enrico Laghi, hanno inviato una lettera di dimissioni al ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio. Ne dà notizia lo stesso ministro in una nota del Mise. Le dimissioni avranno decorrenza dal primo giugno 2019. "A ore saranno individuati i nuovi commissari, che per il prossimo mese e mezzo affiancheranno i commissari uscenti per occuparsi di tutte le vicende relative ad Ilva", ha dichiarato Luigi Di Maio.

“La situazione di Taranto è esplosiva. É una città che ha votato per la chiusura dell'Ilva raccomandandosi soprattutto a Luigi Di Maio e al Movimento 5 Stelle. Io ho sempre saputo che questa operazione di chiusura dell'ILVA era molto complicata e difficile, ci volevano 20 miliardi di euro per reindustrializzare in maniera diversificata in questo caso. E quindi non ho mai immaginato di potere fare una campagna elettorale sostenendo la chiusura dell'ILVA. Purtroppo Di Maio questo errore lo ha fatto. É un errore ovviamente che domani in qualche maniera dovremo provare, dal punto di vista istituzionale non politico, a superare tutti insieme”. Lo ha detto Michele Emiliano in diretta oggi su Vivavoce, Radio1, annunciando la sua presenza domani a Taranto e ribadendo di essersi “opposto alle politiche del mio partito, quelle di Calenda e Renzi, avendo proposto probabilmente la soluzione più sensata, la decarbonizzazione degli impianti”.

“Taranto - ha aggiunto - è una città ormai completamente sfiduciata nei confronti di qualunque tipo di istituzione a causa degli atteggiamenti prima dell'uno poi dell'altro governo, e chi rimane lì col cerino in mano sono i pugliesi, sono i tarantini, che devono trovare la maniera di sopravvivere ad una fabbrica che uccide. Ma credo che domani Di Maio farà un annuncio, vado ovviamente a fiuto: domani annuncerà che finisce l'immunità penale per la gestione degli impianti. Se no sarebbe una visita senza notizie specifiche da comunicare. Significa che da domani chi gestisce l'Ilva torna a essere un cittadino italiano come tutti gli altri e deve rispettare le leggi, deve soggiacere alle regole che prevedono di salvaguardare la vita delle persone sopra ogni altro interesse. Se così fosse domani comunque sarebbe una buona giornata”.

“Noi abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale, al fianco del GIP di Taranto, tutti e dodici i decreti - ha proseguito Emiliano - Quindi stiamo sostenendo la tesi del Gip di Taranto che tutti i decreti salva-Ilva sono incostituzionali per lesione del diritto alla salute. Purtroppo la Regione é espropriata di ogni potere di controllo all'interno della fabbrica. Nel senso che le leggi e questi decreti prevedono che, a differenza di tutte le altre fabbriche pugliesi, la Regione non può entrare in fabbrica e non può effettuare direttamente i controlli. Questi vengono fatti sì dall'ARPA Puglia ma sotto il controllo dell'ISPRA e direttamente dal Ministero dell'Ambiente, escludendo la Regione Puglia. Cosi come io non ho il potere di chiuderla. Quindi mi auguro che almeno questa anomalia costituzionale gravissima in danno della salute dei tarantini venga meno”.

“Di Maio e Calenda stanno dicendo le stesse cose, questo è il punto chiave” ha detto Emiliano rispondendo alle domande da studio: “Mi auguro - ha aggiunto - che da domani anche interloquendo con la Regione Puglia si possa cominciare a collaborare col Governo per scrivere il futuro di Taranto. Noi abbiamo lanciato l'idea dei Giochi del Mediterraneo, stiamo lavorando moltissimo per rinforzare la sanità della città investendo milioni e milioni di euro in nuovi macchinari.
Però questa è la difesa. L'attacco, che va portato al cuore della minaccia nei confronti dei tarantini, é cambiare e chiudere le fonti di inquinamento. Queste si possono chiudere eliminando la fabbrica, questa la promessa di Di Maio e sarà lui poi a giustificarsi con i suoi elettori, oppure decarbonizzare. Se domani, oltre che far saltare i dodici decreti, Di Maio parlerà di iniziare con la Regione Puglia e con l'Unione europea il percorso di decarbonizzazione dell'Ilva, io avrò il dovere di collaborare con lui e di condividere tutta la sfiducia che i Tarantini, legittimamente - e lo dico con grande dolore - nutrono nei confronti delle istituzioni repubblicane. La Repubblica ha tradito Taranto in tutti questi cinquant'anni adesso deve riguadagnare la fiducia non a parole ma con i fatti”.

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