Champions: sarà davvero Barcellona-Ajax la finale di Madrid?



MILANO - A Madrid assisteremo dunque alla finale tra i nipotini di Johann Cruijff? Sarebbe realmente un inedito e un esito decisamente inatteso. Non tanto per i catalani, da tutti dati in pole position nelle tradizionali griglie degli esperti alla vigilia. Tuttavia, nessuno – ma proprio nessuno – avrebbe invece ipotizzato i Lancieri potenziali protagonisti della gara del Wanda Metropolitano. In ogni caso, è presto per tirare le conclusioni, perché c’è ancora un ritorno da disputare e sebbene sia Barcellona che Ajax siano considerati favoriti nei pronostici calcio dopo i risultati positivi delle rispettive semifinali d’andata, Liverpool e Tottenham daranno certamente battaglia.

D’altronde, è nel loro DNA e lo hanno dimostrato anche le partite giocate nel New White Hart Lane e al Camp Nou, dove probabilmente le inglesi avrebbero meritato di più di quanto raccolto. Cioè nulla, perché al termine di un match combattuto, giocato bene e con grande personalità, i Reds sono tornati a casa dalla Catalogna con un passivo pesantissimo che lascia flebilissimi speranze in vista della gara di ritorno. Come se non bastasse, nell’ultimo incontro disputato in Premier a Newcastle, Salah è stato costretto ad uscire anzitempo dal campo per un tremendo scontro di gioco che ne mette in dubbio la presenza nella gara di martedì sera.

A proposito di assenze, hanno pesato tantissimo quelle di Kane e Son nel Tottenham di Pochettino, che non è riuscito a recuperare il gol di van de Beek al 15’, sbattendo costantemente contro il muro eretto dai Lancieri nei restanti 75’ di gioco. Fernando Llorente, Dele Alli e Lucas Moura non sono bastati a impensierire De Ligt e Blind, tanto che Anana è rimasto praticamente inoperoso per tutta la partita. In vista della gara di mercoledì, Pochettino recupererà certamente Son (squalificato all’andata), ma si deve “accontentare” del coreano, perché invece per bomber Harry Kane la stagione è praticamente finita. Basterà per recuperare lo 0-1 subito in casa?

Le ultime prestazioni offerte anche in campionato non inducono certamente all’ottimismo: nell’ultima uscita in Premier gli Spurs hanno perso nuovamente, sempre per 1-0 (anche se questa volta nel recupero), sul campo del non certo irresistibile Bournemouth. Quello che, però, dovrebbe preoccupare maggiormente mister Pochettino è l’evidente nervosismo che serpeggia tra i suoi: il Tottenham ha infatti terminato la gara in nove uomini per le espulsioni di Son, protagonista di una violenta reazione ai danni di un avversario, e di Foyth, punito per una folle entrata dopo soli due minuti dal suo ingresso in campo.

Per conquistare la finale, gli inglesi devono forzatamente espugnare l’Amsterdam Arena. Non sarà facile, ovviamente, ma c’è un precedente che regala qualche speranza: l’unica sconfitta in questa edizione di Champions League, l’Ajax l’ha subita proprio in casa, per opera del Real Madrid (1-2), poi rimontato al ritorno (1-4). I Lancieri, poi, danno la sensazione di esprimersi meglio in trasferta: detto questo, agli Spurs servirà un’impresa per ribaltare le sorti di una qualificazione che sembra già segnata.

Al Liverpool, se possibile, va pure peggio, perché il 3-0 del Camp Nou lascia poco spazio ai sogni, anche perché c’è da ingabbiare un Messi che all’andata ha dato la sensazione di essere in stato di grazia. I Reds cercheranno di sfruttare la spinta di Anfield, che di certo non mancherà nonostante il risultato del Camp Nou, ma servirà alimentarla con un ritmo indiavolato fin dall’inizio e, se possibile, con almeno un gol in avvio di partita. Anche qui, cercando di intravedere qualche segnale positivo, si può sottolineare come il Barça in versione trasferta non sia così devastante come quello ammirato in casa: su cinque gare giocate fuori, sono “soltanto” tre le vittorie e due pareggi (1-1 a San Siro contro l’Inter e 0-0 a Lione). Il problema per il Liverpool, però, è che i Blaugrana finora non hanno mai perso e, per mancare l’appuntamento con la finale, dovrebbero cominciare proprio ora, subendo quattro reti senza riuscire a segnarne nemmeno una. E questo nonostante Messi (e Suarez, Coutinho, Dembelé e tutti gli altri). Forse, in questo caso, più che un’impresa servirebbe un miracolo…

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