Quel 'Mare nero' di Parà


di FRANCESCO GRECO - BARI. Ha vagato per tutti i continenti, portando la sua visione del mondo e dell’uomo. In Messico ha raffigurato il dio della guerra degli Atzechi. Ma ha fatto il “madonnaro” anche Colombia. E’ famoso negli USA, Israele, Nuova Zelanda, Kenya, Tanzania. E in Europa: Germania, Francia (quattro mostre), Irlanda, Gran Bretagna, Spagna, Croazia, Olanda, ecc. Ma è stato anche in Albania al seguito della Croce Rossa. 

Al recente “Contemporary Art Talent Show” di Bari (31 gallerie, 48 artisti, 3 case editrici), il suo “Scampato” è stata forse l’opera che più ha emozionato il numeroso pubblico accorso alla Nuova Fiera del Levante per l’evento (i baresi amano l’arte). Accanto allo “Scampato” tremante, incredulo, che si guarda le mani seduto sulla riva, mentre il mare è in fiamme alle sue spalle, le “Mani” nere di un migrante che spuntano delle onde e l’uomo ormai senza vita, affogato, steso sulla spiaggia: una sorta di citazione della deposizione dei Cristo del Mantegna. Progetto iperrealista, che l’artista barese Silvio Paradiso, in arte “Parà” (1974) ha denominato “Mare nero”. 

Studi all’Accademia di Belle Arti di Bari (diploma con una tesi sul ritratto popolare), “Parà” ha cominciato con affreschi e murales per le strade di Bari. Ha in Caravaggio il suo maestro riconosciuto. Tant’è che su Youtube si può trovare il suo “tribute” al grande artista del Seicento dal titolo “Paracaravaggio in Rome”). Le sue soluzioni cromatiche sono nette, decise, come le vite degli esclusi di ogni dove, incluse quelle di chi cerca una vita migliore da questa parte del mare. Già la luce caravaggesca delinea e svela l’interiorità inquieta e sofferta dei soggetti. Fra poco parteciperà al primo raduno dei madonnari a Ruvo di Puglia (nel nome di don Tonino Bello), poi, a settembre, Parà esporrà le sue opere al Colonnato della Provincia di Bari.

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