Altamura. Edicola mariana di via Bari. Dopo la devastazione, il restauro per opera di devoti

di ROBERTO BERLOCO - ALTAMURA. Accadde il 14 del Febbraio scorso, proprio nella ricorrenza di San Valentino e tutto entro una manciata d’istanti. Quel dì, le sembianze d’una fatalità vestiranno un evento che, da inziali mosse drammatiche, prenderà rapidamente la sostanza d’una commovente dimostrazione di fede.

Trascorsa all’incirca mezz’ora dalle 18, una Mercedes Benz S-Klasse, ammiraglia d’imponenti dimensioni, viaggia a ritmo sostenuto sul quel tratto di via Bari che va per prendere il largo verso la Statale 96 e che, lungo il bordo, all’incrocio con la traversa che collega alla Provinciale 157, tiene eretta una storica edicola dedicata alla Madonna del Buoncammino.  In quel momento, nei paraggi della stessa carreggiata, ma dal senso opposto, stanno transitando una Fiat Punto e una Lancia.

Il conducente dell’auto di lusso, che si rivelerà poi un cittadino altamurano, alla vista d’una colonna di vetture che lo precedono nella propria rotta di marcia, comincia una manovra di sorpasso che lo porta nella corsia di fianco. La velocità elevata alla quale è lanciato, evidentemente, non gli permette di frenare in tempo ed è inevitabile l’impatto con la Fiat e la Lancia che gli stanno giungendo contro, fino allo schianto con la nicchia posta sul limitare della strada.

Una collisione talmente violenta da causare la deflagrazione dell’intera struttura, fatta eccezione per il basamento dove stava riportata l’intitolazione alla Vergine. In salvo la vita di tutti gli automobilisti interessati dal sinistro, compresa miracolosamente quella di chi era al volante della grande limousine, in buona parte della sua carrozzeria annientata dallo scontro finale.

Il manufatto risaliva al 1844, l’anno in cui il canonico Tommaso Carlucci decise d’ampliare l’originaria cappella in un’architettura più ampia, che oggi rappresenta il Santuario propriamente inteso, mèta tradizionale di masse di devoti anche d’oltre urbe.

Nelle intenzioni del religioso dell’epoca c’era principalmente di continuare a permettere il costume della sosta davanti a questo particolare simbolo mariano, dopo che l’asse viario per il capoluogo di regione s’era spostato dall’antica sede, che appunto costeggiava una parete laterale del santo edificio. Qui, attraverso un pertugio ricavato dentro una sorta di porta, il viandante poteva fermarsi a cercare con l’occhio il ritratto della Madonna posto all’interno, recitando un’invocazione per ottenerne la protezione dai pericoli connessi al viaggio diretto all’entroterra barese o alla costa dell’Adriatico.

“Quel che mi è venuto in mente, nell’occasione di questa sciagura” - confida Padre Giacomo Paris, Rettore monfortano del Santuario della Madonna del Buoncammino - “è il modo talvolta poco prudente di muoversi in automobile. La santella andata distrutta era vicina al Santuario, qui si viene a benedire il proprio veicolo e nel rito si fa voce esplicita alla prudenza, quindi all’attenzione verso la vita personale e quella degli altri. Senonchè questo richiamo, poi, sembra come svanire per tantissimi proprio tra coloro che a tale benedizione s’erano affidati”.

“Il tempietto di via Bari” - aggiunge Andrea Dambrosio, imprenditore e devoto - “ha sempre rappresentato un punto di riferimento non solo per chi, come me, osserva strettamente il culto di questa particolare Madonna, ma pure per l’intera comunità altamurana. Ad esso, peraltro, sono legati i ricordi d’infanzia e di adolescenza miei come di moltissimi altri compaesani, poiché si trovava in un luogo di passaggio ad altri che si prestavano a liete passeggiate a piedi o in bicicletta. E ricordo come, fin d’allora, io con gli amici del tempo, per quanto bambini potessimo essere, passandoci davanti, ci fermavamo per pregare assieme un’Ave Maria. Credo d’interpretare il sentimento di tanti, quando dico del dolore che ci ha provocato il sapere andata improvvisamente abbattuta quella ch’era un importante figurazione spirituale e materiale, davanti alla quale una regola non scritta voleva che, guidando nei suoi pressi, sempre si moderasse la velocità, anche per fare un segno della croce che servisse come atto di rispetto verso la Madre del Signore”.

Al di là della prima sofferenza, l’accadimento non è stato tuttavia subito passivamente. A testimoniarlo la reazione addirittura immediata del “Gruppo Imprenditori Altamurani”, vale a dire l’insieme di quei titolari d’impresa risultati aggiudicatari della Bandiera, nella più recente edizione della tradizionale Cavalcata.

(L'edicola distrutta subito dopo l'incidente del 14 Febbraio)
“Come devoti” - dichiara Giacinto Patella, il loro Presidente - “abbiamo provato un forte dispiacere alla notizia della distruzione dell’edicola. Dopo poche ore dall’incidente, come Gruppo e siamo in tutto quindici imprenditori del luogo, abbiamo deciso d’intervenire per sanare il danno quanto prima. Così, già poco dopo la mezzanotte di quel giorno d’oltre quattro mesi fa, concordammo con i responsabili dell’Associazione Maria Santissima del Buoncammino, di riunirci sul posto nella mattinata seguente. Verso mezzogiorno del 15 Febbraio, tutte le componenti andate in frantumi erano state raccolte e, per mano nostra, portate al sicuro in una zona riservata del Santuario, mentre l’area veniva transennata da agenti della Polizia Locale intorno ad una immagine provvisoria di questa nostra Madre Celeste”.

Grazie alla pronta collaborazione dell’Amministrazione comunale, sul cui demanio il pilone votivo sorgeva, e senza mai distacco dalle istruzioni provenienti dalla Soprintendenza alle Belle Arti di Bari, s’è così proceduto ad un’attività di restauro, della quale si è resa artefice la “Costruzioni Santoro”, una delle imprese aderenti al Gruppo facente capo al Patella, mentre la direzione tecnica dei lavori veniva eseguita dall’architetto Nicola Simone. Il tutto, va detto per onore, a titolo totalmente gratuito.

“All’inizio” - spiega Simone - “sono stato interpellato per offrire consigli in merito a quanto accaduto e intorno alle modalità d’intervento. Devo dire che, già dal primo sguardo sul quel cumulo di macerie che era quanto rimasto ormai dell’edicola, ho ricavato che fosse più opportuno realizzarne una ex novo e, incaricato della progettazione, mi ci sono dedicato. Con il primo parere, risalente ai primi di Marzo, la Soprintendenza autorizzava la riedificazione, ma subordinando l’intervento all’utilizzo degli elementi decorativi recuperati, perlomeno il più che fosse possibile. Si trattava, cioè, di produrne una nuova, ma utilizzando il meglio che fosse rimasto di quella passata. Ora, però, nel mentre dei vari sopralluoghi che sono seguiti, i pezzi ancora validi, da me valutati con pazienza e il necessario occhio clinico, si sono rivelati più numerosi di quello che s’immaginava di primo acchito.

Cosicchè, invece di procedere a costruirne una daccapo in chiave moderna, ho comunicato ai responsabili ministeriali l’idea più confacente d’un restauro per anastilosi, vale a dire una ricostruzione con frazioni originarie, rimontate in modo identico a quello dello stato preesistente. Il secondo parere giunge il 9 d’Aprile ed è di approvazione al mio intento. Naturalmente, dove proprio non è stato possibile utilizzare parti d’origine, si è fatto ricorso a materiale nuovo, soprattutto in pietra, al quale poi è stato applicato un procedimento di scialbatura a base di calce.

Per  il montaggio in senso stretto sono occorsi non più di tre giorni, ma preceduti da molti altri d’identificazione e selezione dei pezzi da coinvolgere, sempre sotto la mia supervisione e con diverse visite da parte dei funzionari della Soprintendenza. Da questa, d’altronde, durante il corso dell’operazione, sono giunte indicazioni anche sulle cromie”.

L’edicola è così “risorta” il 20 d’Aprile nella propria collocazione antecedente lungo il ciglio di via Bari, ed oggi chiunque di passaggio può confidare di nuovo in una presenza materiale della Divina Protettrice dei viaggi, nonché Co-Patrona della città federiciana.

Alla fine, quello che poteva sembrare il tassello ordinario d’una peculiare devozione locale, si è rivelato un sorprendente momento di prova per le doti di fedeltà del popolo altamurano, soprattutto di quella sua parte che, attraverso una partecipazione che produce assidue testimonianze di sé durante l’anno, continua a dimostrare un attaccamento assai speciale a tale specifico culto mariano.

Che poi, tra le righe dell’intera vicenda, con l’episodio della vita salva per tutte le vittime della sventura, si riconosca quasi una firma dalla mano potente e nascosta di quella Maria che San Cirillo d’Alessandria appellava “scettro della retta dottrina sulla Chiesa”, può avere il valore di un’ipotesi, al pari di tutte quelle che, per la scienza, provengono dalla sfera del sovrannaturale, come naturalmente può assumere i contorni della certezza d’una grazia concessa a quei guidatori, per tutti i credenti memori dei numerosi precedenti d’un suo intervento provvidenziale.

Il caso potrebbe aver termine qui, con questo lieto fine, se non fosse che, alla maniera di  una cornice d’onore che non si è voluto far mancare alla tela d’una così fervente esperienza d’affetto e venerazione, si è anche deciso d’inaugurare ufficialmente l’opera conclusa con cerimonie e singolari coreografie.

Alle 17.30 di sabato 29 Giugno, una Messa celebrata in Santuario darà infatti il via ad una serie di momenti ricchi d’intensità emozionale. Partendo dalla processione che partirà dal piazzale, con il carro solitamente utilizzato per le celebrazioni agostane, sopra il quale saranno collocate sia la Venerata Immagine che una sua minuscola riproduzione destinata ad essere collocata dietro la grata del sacello restaurato. Ad accompagnare un corteo di sbandieratori e timpanisti dell’”Altilia Stupor Mundi” e, comunque, non prima d’una rievocazione del sentimento devozionale verso la Madonna, a cura dell’attrice Cinzia Clemente.

Dopo il posizionamento della piccola scultura all’interno dell’edicola, la solenne benedizione officiata dal Vescovo della Diocesi locale Giovanni Ricchiuti.

Per l’occasione risultano assicurate le partecipazioni della Sindaca di Altamura Rosa Melodia, come pure del Presidente dell’Associazione “Maria Santissima del Buoncammino” Federico Giaconelli, del Presidente del “Gruppo Imprenditori Altamurani” Giacinto Patella e del Presidente del “Comitato Festa del Buoncammino” Donato Pallotta, che ha coordinato l’organizzazione dell’intera fase inaugurativa.
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