"La Regione Puglia rischia il disimpegno di 180 milioni di euro di fondi europei"

(Pixabay)
BARI - A quattro anni dall’approvazione dei PSR italiani, avvenuta nell’oramai lontano 2015, la realizzazione della della politica di sviluppo rurale in Italia procede a rilento, con differenze notevolissime tra le varie Regioni. I PSR manifestano un rilevante appesantimento procedurale e gli agricoltori lamentano un aggravio burocratico insostenibile. L’effetto di questa situazione è un forte rallentamento della spesa: al 31 marzo 2019 i pagamenti hanno raggiunto appena il 30,8% dello stanziamento previsto per il settennato 2014-2020.

Al primo posto tra le Regioni che rischiano il “disimpegno automatico” degli stanziamenti dei PSR ovviamente la Puglia di Michele Emiliano. Entro il 31 dicembre prossimo, la Regione dovrebbe spendere 175.759.511,08 euro: in pratica 880mila euro al giorno, ogni giorno, per 200 giorni tanti quanti ne mancano fino a fine anno. A tanto ammonta, infatti, la rimanente da liquidare in quota FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale).

In questo scenario davvero preoccupante, la Puglia ce la farà? Si rischia di perdere ben il 18% delle spese riferite all’anno 2016.

Il disimpegno automatico scatta al 31 dicembre di ogni anno: le somme stanziate per i PSR, infatti, devono essere spese entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all’anno dell’impegno di bilancio, altrimenti le risorse tornano a Bruxelles. Il primo ostacolo è stato superato per il rotto della cuffia. Ora la nuova sfida di fine anno sembra, però, molto più ostica.

La Puglia può contare su una dotazione finanziaria complessiva di 1,6 miliardi di euro di spesa pubblica e 978 milioni di FEASR. Dal 1° gennaio 2014 al 31 marzo 2019, ne sono stati spesi rispettivamente 317 milioni e 192 milioni, con un avanzamento della spesa pari al 19,6% sulla dotazione complessiva. Entro fine anno, dunque, la Giunta Emiliano deve essere in grado di spendere ben 176 milioni di euro: in percentuale, il dato più preoccupante di tutta Italia.

“Il costante ritardo della Puglia nella spesa dei fondi per il primo settore e l’immobilismo su numerosi versanti inerenti il comparto agricolo sono una vera e propria zavorra per l’imprenditoria agroalimentare pugliese – commenta il deputato Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura della Camera – Purtroppo l’incapacità amministrativa della Giunta Emiliano, che è riuscita incredibilmente a fare peggio di quelle Vendola che l’hanno preceduta, rappresenta l’ostacolo maggiore per l’agricoltura pugliese e il territorio rurale della nostra regione. Dall’affaire Xylella all’ottusità nella gestione della pratica vivai sino ad arrivare ai ricorsi sia sullo strumento GAL (Gruppo di Azione Locale) sia agli altri bandi messi in atto da Emiliano & co: tutto concorre – prosegue il parlamentare 5 Stelle – a danneggiare il tessuto produttivo agroalimentare pugliese più dell’embargo alla Russia, dell’italian sounding, della contraffazione o della concorrenza sleale di Paesi dove il costo del lavoro è più basso o l’efficienza della macchina amministrativa è più elevata. Il vero rischio è rappresentato dalla spesa insensata e inefficiente, fine a se stessa e fatta solo con l’obiettivo di spendere soldi: pur di evitare la magra figuraccia del disimpegno economico delle somme comunitarie, verranno aperti bandi senza alcun piano di investimento, senza una strategia, solo per spargere denari. Piuttosto che dare vita alla più classica delle campagne elettorali in stile anni ’80, del ‘tanto paga pantalone’, sarebbe preferibile impegnare la struttura regionale a istruire le migliaia di domande inevase (solo per i giovani sono 5.000 ancora senza risposta), senza distrarla nella emanazione di altri bandi inutili e che creano ancora più aspettative nei cittadini. Si possono eventualmente – conclude L’Abbate (M5S) – impegnare i fondi aggiuntivi del Patto per il Sud, messi a disposizione dal ministro Barbara Lezzi, per consentire il maggior numero di imprese finanziate. In definitiva, questa Regione ha urgente necessità di un netto e sostanziale cambio di passo”.
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