Xylella, Perrini e Silletti: “Eradicati subito sette ulivi infetti nel tarantino, così si evita il contagio”

BARI - Sintesi della conferenza stampa che il consigliere regionale di Direzione Italia, Renato Perrini, e l’ex commissario all’emergenza, Giuseppe Silletti, hanno tenuto nelle campagne di Crispiano. 

“I sette ulivi infetti da Xylella fra Crispiano e Montemesola sono stati subito eradicati”. È questa la notizia che il consigliere regionale di Direzione Italia, Renato Perrini, e l’ex commissario all’emergenza xylella, il generale Giuseppe Silletti, hanno dato durante la conferenza stampa, tenuta stamattina proprio nelle campagne di Crispiano. 

“Come sono stati scoperti gli ulivi infetti da parte dell’Osservatorio regionale fitosanitario e dall’Arif – ha detto Perrini – sono stato come un rullo compressore, ogni giorno ho sollecitato sia in commissione Agricoltura, sia negli uffici competenti chi doveva darsi da fare perché non si perdesse tempo e si procedesse subito alle eradicazioni, per altro rispettando quello che la Regione Puglia ha stabilito attraverso il Piano Silletti. Ho personalmente collaborato con l’Arif perché ne fossero eradicati quattro in terreni abbandonati. I privati hanno provveduto, contemporaneamente, a eradicarne tre. A spingermi il timore che anche il mio territorio - conclude Perrini – potesse subire la stessa sorte di quello salentino: un paesaggio devastato e irriconoscibile. Questo è per me fare politica: non chiacchiere, ma fatti”. 

Il generale Silletti nel complimentarsi per il pronto intervento e le immediate eradicazioni nel tarantino, ha ricordato che allo stato attuale “non esistono rimedi per sconfiggere la Xylella, anche il ‘fungo’ individuato in Toscana è solo in fase di ricerca. Ad oggi – ha ribadito – per evitare la contaminazione è necessario procedere non solo alle eradicazioni, ma effettuare i trattamenti previsti dalla legge per evitare il contagio, specie negli uliveti non contaminati. Invito, poi, la Regione Puglia a effettuare più campionamenti durante l’anno, perché il batterio della sputacchina è molto contagioso e riuscire ad individuare subito le piante malate può significare salvare un intero territorio”.
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