ROMA - L’On. Maria Luisa Faro, del Movimento 5 stelle, ha presentato, nei
giorni scorsi, una interrogazione parlamentare al Ministro dell'Ambiente
e della tutela del territorio e del mare, in merito ai rifiuti generati
dalla mitilicoltura in mare aperto, praticata soprattutto nel Gargano.
Sono presenti diversi impianti nei pressi di Mattinata, Manfredonia,
Capojale e Torre Mileto.
“Le tecniche di allevamento si sono evolute nel tempo con il superamento
degli impianti classici a favore della coltura basata sull'utilizzo
delle Reste, dette più comunemente Calze all’interno delle quali
crescono fino a 50 kg. di molluschi. Queste sono costituite da retini
tubolari in polipropilene della lunghezza di qualche metro. Durante le
fasi della lavorazione, quella più critica per l'ambiente è la fase del
reincalzo che consiste nella progressiva sostituzione dei retini con
altri retini dalle maglie più larghe ed è in questo momento che persone
senza scrupoli gettano in mare quintali di retini che, giorno dopo
giorno, mettono in serio pericolo la sopravvivenza della fauna e della
flora marina e finiscono per arenarsi sulle spiagge del nord del Gargano
e specialmente in prossimità dello specchio di mare di Torre Mileto,
dichiarato recentemente Sito di Interesse Comunitario ed inserito nella
lista degli habitat marini da tutelare”. Si legge nell’interpellanza al
Ministro Costa.
“Quali sono le azioni che il Ministro interpellato intende
intraprendere contro l'abbandono fraudolento in mare dei residui della
pesca e se il Ministro interpellato non ritenga opportuno adottare
adeguate misure, al fine di eliminare quelle pratiche illegali messe in
essere dai mitilicultori spregiudicati?”. Chiede al Ministro l’On. Faro.
«Credo sia necessario intervenire urgentemente per la tutela del nostro
patrimonio marino e investire nelle buone pratiche e il rispetto del
mare con l’obiettivo di individuare un equilibrio che consenta di
tutelare l’ambiente, non colpire economicamente chi fa mitilicoltura, ma
tutelare i pescatori- dichiara l’On. Marialuisa Faro. Dalla situazione
attuale discendono notevoli conseguenze per l'economia del territorio,
infatti gravi danni sono arrecati alla meccanica delle barche e dei
pescherecci, variazioni negative allo stock ittico in termini di
quantità e qualità del pescato e soprattutto un aggravio di costi per
gli enti locali che si vedono costretti a prendere in carico lo
smaltimento dei rifiuti speciali, che una volta arenati sui litorali
diventano rifiuti urbani e pertanto di competenza dei comuni. Esiste una
vera e propria emergenza plastica in mare, tra le radici profonde
dell’inquinamento da plastica ci sono ritardi e lacune nella gestione
dei rifiuti. L’inquinamento da plastica è socialmente,economicamente e
politicamente inaccettabile».