Berlusconi: "Siamo a un punto di non ritorno"


ROMA - "Ormai siamo ad un punto di non ritorno". Così in una nota il leader di Fi Silvio Berlusconi attacca apertamente Mara Carfagna - senza però mai citarla - aprendo di fatto un solco ancora più ampio dentro Forza Italia. E chi ritiene di rappresentare il ruolo 'moderato' del partito azzurro è sempre più propenso ad accelerare sul nuovo progetto politico. La Carfagna non ha replicato alle dichiarazioni con le quali il Cavaliere se la prende con chi sta portando avanti "una rappresentazione falsa dell'alleanza di centrodestra".

A far specie negli ultimi giorni tra i parlamentari forzisti l'atteggiamento di Berlusconi che ha parlato "di un appiattimento ad una 'generica destra sovranista'", piuttosto che dichiarare su quanto successo in Iraq.

"Così - sostiene anche chi assiste in maniera neutrale alla 'guerra' intestina azzurra - tutti ci facciamo del male". Eppure anche coloro i quali intendono staccarsi da Forza Italia, in quanto - spiega una fonte parlamentare - "è l'unico partito liberale in Europa che è succube della destra", stanno vivendo un momento delicato.

Secondo i berluscones fare 'concorrenza' a Renzi e Calenda non vorrebbe dire andare a rafforzare le fila della maggioranza, ma pare che la vicepresidente della Camera stia lavorando proprio in tal senso. "Chi va a fare la stampella al governo è un irresponsabile. Basta con il controcanto, ognuno si assuma le proprie responsabilità", ha spiegato il Cavaliere a chi lo ha chiamato oggi.

In serata la nota: "Far intendere che ci sia bisogno di un nuovo e diverso contenitore per i liberali e i moderati significa essere in malafede o ignorare la realtà. La frammentazione ha sempre determinato avventure politiche di cortissimo respiro".

Dunque chi lavorava affinché si arrivasse ad una possibile 'separazione consensuale' dovrà rinunciarci. "Se la Carfagna lascia tradirà come hanno fatto altri", il 'refrain'. "Una comunità - spiega chi ritiene che FI stia andando a rimorchio della Lega - non si tiene insieme con le minacce, ma con le idee e una prospettiva politica".
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