Capodanno in Italia e nel mondo: origine e curiosità

di VITTORIO POLITO – Il Capodanno, la festa più antica del mondo, non sempre è stato festeggiato nella notte di San Silvestro, come si scopre leggendo notizie sulle origini delle antiche civiltà. Solitamente del Natale si fa un gran parlare di presepi, alberi, canzoni, nenie, leggende, i bimbi scrivono letterine a Babbo Natale, che pian piano va sostituendosi alla Befana, i commercianti stanno all’erta per «impadronirsi» delle tredicesime e così via.

Ma come nasce la festa di Capodanno? I babilonesi festeggiavano il nuovo anno con la rinascita della Terra, cioè la primavera. Gli antichi romani continuarono a celebrare l’anno nuovo verso fine marzo, ma dal momento che il calendario era continuamente manomesso dai vari Imperatori, si scelse di sincronizzarlo con il sole. Fu Giulio Cesare nel 46 a.C. a creare il “Calendario Giuliano” che stabiliva che il nuovo anno iniziava il primo gennaio, giunto fino a noi.

I Babilonesi iniziarono a festeggiarlo circa 4000 anni fa. Ancora nel 2000 a.C., l’anno babilonese iniziava in coincidenza con la prima luna nuova dopo l’equinozio di primavera. I Celti, invece, seguendo un calendario agricolo e pastorale, legato al ciclo delle stagioni, festeggiavano il capodanno in autunno, proprio nella notte in cui si festeggia l’odierna Halloween, per solennizzare il periodo dell’anno in cui la terra ha dato i suoi frutti e si prepara all’inverno. Anche celtica è l’odierna simbologia del vischio, che secondo la tradizione dona prolificità spirituale e materiale. Solo con l’adozione universale del calendario gregoriano (dal nome di papa Gregorio XIII, che lo ideò nel 1582), la data del 1° gennaio come inizio dell’anno divenne così universalmente riconosciuta. Non ebbe successo, invece, il tentativo del governo fascista di imporre come Capodanno il 28 ottobre, data in cui avvenne nel 1922 la marcia su Roma. Ed ora qualche curiosità.

Perché a Capodanno si mangiano le lenticchie? Le lenticchie sono da sempre simbolo di prosperità e ricchezza. Gli antichi romani erano soliti mangiare un piatto di lenticchie il primo giorno dell’anno per buon auspicio. Questo perché le lenticchie, con la loro forma tondeggiante e appiattita, ricordano la forma delle monete, e quindi simboleggiano la ricchezza.

I botti? L’usanza di sparare i botti è nata dalla volontà di allontanare gli spiriti maligni, non ben disposti ad accettare un passaggio così importante.

Fino a qualche anno fa a fine anno c’era l’abitudine, almeno nel meridione d’Italia, di gettare dalla finestra, stoviglie vecchie, bottiglie, mobili ed anche qualche elettrodomestico. Il significato del gesto è abbastanza facile da capire: le cose vecchie sono la metafora dei momenti legati al vecchio anno da lasciarsi alle spalle. Via il vecchio, quindi, per far posto al nuovo. Per fortuna questa strana abitudine non è più in atto, anche per il mare di auto che sono parcheggiate in strada, ma in compenso sono aumentati i botti che ad ogni anno che passa divengono sempre più pericolosi.

Perché a Capodanno si usa l’intimo rosso? Anche l’usanza di indossare qualche capo di biancheria rossa ha origini antiche. È noto che nell’antica Roma, i romani indossavano indumenti di color rosso per simboleggiare la guerra, il sangue e quindi il potere, oggi invece lo si fa per sperare in buoni auspici.

Nel resto del mondo che succede? In Spagna allo scoccare della mezzanotte si è soliti mangiare 12 chicchi d’uva, uno ad ogni rintocco dell’orologio. Anche l’uva, come le lenticchie, simboleggia la prosperità, quindi la fortuna e la ricchezza. In Russia, al dodicesimo rintocco di un orologio, si apre la porta di casa per far entrare il nuovo anno. In Perù, invece, vengono installati, fuori da ogni abitazione, dei fantocci di carta pesta che allo scoccare della mezzanotte vengono incendiati. Ovviamente i fantocci simboleggiano l’anno appena concluso. In Giappone ci si riunisce ad ascoltare 108 colpi di gong. Pare infatti che 108 sia il numero di peccati che ogni persona compie ogni anno e ascoltando i gong ci si purifica delle proprie colpe. In Germania è più festoso, si va in giro mascherati come a Carnevale. In India, invece, il Capodanno bisogna passarlo per strada e non a casa da soli. In Romania, per gli amanti degli amici quadrupedi, c’è l’usanza di fare gli auguri ad ogni animale che s’incontra per strada. In Danimarca si gettano piatti alle porte di altre persone. Si ritiene che questo gesto porterà nuovi amici alla persona sulla cui soglia vengono gettati i piatti. A Caracas le campane della Cattedrale suonano 12 volte a mezzanotte. Nelle Filippine porta bene mettere in tavola 12 frutti rotondi che rappresentano le monete, come simbolo di prosperità. In Brasile il colore fortunato è quello che li racchiude tutti: sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro più di due milioni di persone ogni anno arrivano vestite completamente di bianco.

E gli ortodossi che fanno? Il capodanno ortodosso viene festeggiato nella notte tra il 13 e il 14 gennaio e, a parte la data, non ha caratteristiche differenti rispetto al capodanno che si celebra in buona parte dei paesi del mondo, tra il 31 dicembre e il 1 gennaio. Perché viene celebrato esattamente in questa data? Perché la religione ortodossa segue il calendario Giuliano e non quello Gregoriano: infatti, anche Natale è in una data differente, per la precisione il 7 gennaio.
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