Cinema: “Quer pasticciaccio” linguistico così straordinario

di VALTER CANNELLONI - ROMA. Pubblicato in una prima versione incompleta nel 1946, “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” vide la luce, in una seconda edizione, ancora incompleta, nel 1957 (il previsto secondo volume non venne mai edito). Grazie alle carte dell'autore è tuttavia possibile oggi chiarire in gran parte l'enigma del finale, che non riveleremo al lettore. Il romanzo ha la trama di un “giallo” tradizionale, ambientato però in piena dittatura fascista.

Nel marzo del 1927 prima un furto di denaro e gioielli ai danni della vedova contessa Menegazzi, svampita e fantasiosa e, poi, l'omicidio brutale della ricca, affascinante e malinconica Liliana Balducci, sgozzata con inaudita ferocia, vengono a squassare, come una “vampa d'inferno”, il tran tran di un anonimo e grigio palazzo di via Merulana, nel cuore di Roma.

A indagare su questi due crimini - forse collegati - viene incaricato il commissario-filosofo Francesco Ingravallo, da tutti detto “Don Ciccio”, 35enne rotondetto e dalla capigliatura arruffata, segreto ammiratore personale di Liliana, intenzionato con livida, rabbiosa determinazione, a risolvere i casi. Nel corso della sua inchiesta, il commissario Ingravallo non potrà però che prendere atto dell'ineluttabilità del Male e del Disordine, in una personale e straziante cognizione del Dolore.

“Noir” enigmatico, abnorme, temerario (frutto della passione di Gadda, milanese doc, per i romanzi e i crimini tenebrosi), “Quer pasticciaccio” è anche il ritratto di una città, Roma, e di una Nazione, l'Italia, sottoposte alla follia narcisistica di Mussolini. Ma il fattore più straordinario è il linguaggio: un linguaggio tratto da vocaboli dialettali (romanesco, napoletano, molisano), scientifici e tecnici, mescolati in un “pastiche” letterario che sfrutta tutte le risorse della nostra lingua, con un risultato strabiliante e rivoluzionario.

Nel 1959, il grande regista Pietro Germi ha tratto dal romanzo di Gadda un film, intitolato “Un maledetto imbroglio”, fedele al testo scritto, ma che non può restituire sul grande schermo la ricchezza linguistica straordinaria e rivoluzionaria dell'opera letteraria. Insomma, un romanzo che costituisce una pietra miliare nella storia della letteratura italiana del Novecento, un romanzo forse, oggi, troppo dimenticato. Biblioteca Adelphi, euro 18,00.
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