Ricordo di Antonio Rossano: un autentico signore non solo del giornalismo

di GRAZIA STELLA ELIA - Conobbi tanti anni fa Antonio Rossano. Mi fu presentato da un’amica, a Bari. Non ci volle molto per capire chi fosse. Un signore in abito grigio, dal volto bello e simpatico, dalla parola colta e colloquiale: una distinzione che non passava inosservata. Era il 2004 ed era appena uscito, con Levante editori, un mio importante lavoro: «Il Dizionario del dialetto di Trinitapoli», che divenne subito oggetto della nostra conversazione sulla validità di registrare le lingue dialettali, spesso poco considerate.
 
Trovavo davvero piacevole e proficuo discutere con lui di un argomento che ancora mi sta a cuore, ma ci dovemmo salutare perché si avvicinava l’ora di partenza del treno che mi avrebbe riportata al mio amato paese. Non ho più rivisto quel raffinato giornalista, ma non ho mai dimenticato l’incontro di quel distinto signore tanto colto quanto cordiale.

A distanza di quindici anni, del pluripremiato giornalista – scrittore, autore di numerose opere letterarie, mi arriva, da parte dell’editore Gianni Cavalli, un bel plico di libri. Motivazione? Opportunità per me di conoscere meglio l’autore e magari scriverne. Curiosità ed entusiasmo per la lettura sono i fattori determinanti che spingono a leggere sempre più libri chi, come me, ama fare indagini sulla produzione libraria di poesia e narrativa.

Ecco davanti a me una pila di volumi, tutti editi dalla casa editrice Levante: 1) Pierottobaffobuffo il signor Cip e… - 2001;2) Discorso in forse (per attore solo) Omaggio a Giorgio Aldini – 2003; 3) Io Flippy, e tu? Storia di un computer nato per giocare – 2004; 4) Poveri di passaggio. Appunti (e spunti) per ieri e oggi – 2004; 5) In un tempo senza tempo – 2005; 6) Radio One Day – L’unica con il cronista sull’aquilone. Prove tecniche di sopravvivenza via etere – 2006; 7) Dormire, forse sognare. Breve viaggio a dorso di mulo tra nebbia, incubi, spot e realtà virtuali – 2007; 8) L’italiano (ieri e oggi). Tra rimembranze, contaminazioni e prove di scritture – 2010.

Il primo libro è davvero originale per il doppio titolo sulle opposte pagine di copertina: Pierottobaffobuffo e… e I cippecciotti. La prima parte comprende tante favole, mentre la seconda, suddivisa in vari capitoli, contiene la narrazione incentrata su una sola famiglia, quella dei Cippecciotti, appunto. Emerge, vivace e ferace, la fervida fantasia dell’autore.

Il secondo, Discorso in forse (omaggio a Giorgio Aldini) è un testo teatrale con quesiti dalle incerte risposte, dedicato all’attore molfettese Giorgio Aldini che, detto per inciso, recitò brillantemente, nel castello di Monopoli, parecchi anni fa, alcune mie poesie sull’ulivo.

Il terzo libro, Io Flippy, e tu?,trae ispirazione dalla favolistica e tocca temi ancora di grande attualità. Il racconto è arricchito da filastrocche ecantilene,  dall’illustrazione di numerosi disegni e verte su temi importanti, quali la telematica e l’immigrazione.

Il quarto, in ordine cronologico di uscita, è Poveri di passaggio. Appunti (e spunti) fra ieri e oggi. Un libro diverso dai precedenti, tutto imperniato sull’attività giornalistica dell’autore. E’ suddiviso in due parti; la prima riprende i testi di una rubrica domenicale ospitata da La Repubblica, l’altra contiene annotazioni e riflessioni riguardanti eventi di attualità. La copertina reca la riproduzione di una meravigliosa opera (I rosoni) dell’indimenticabile pittore Filippo Alto.

Vi ho letto pagine interessantissime, come Ricordo di Tommaso Fiore, il gigante del meridionalismo insieme al figlio Vittore, che ebbi la fortuna di conoscere ed ammirare.  Il Maggio di Bari, che faceva arrivare bande musicali da tutto il mondo,con il corso dei fiori e numerose iniziative realizzate in maniera eccellente e fantasiosa; Sorrenti come un circolo, dove domina la figura di un libraio innamorato dei libri, scrittore egli stesso, definito “principe dei librai”. E poi la tragedia del Petruzzelli, Padre Pio, i fratelli Spizzico: cronaca intelligente, fatta in una scrittura storica, spesso con un piglio di garbata ironia. E’ davvero un bel libro, che mette in luce personaggi ed eventi baresi e pugliesi, con risonanze nazionali e straniere.

Nel quinto libro, In un tempo senza tempo, ritorna la narrativa per i giovanissimi ed è dedicato ai nipotini di Antonio Rossano, che si fa accattivante affabulatore.

Ecco il sesto libro: Radio One Day – L’unica con il cronista sull’aquilone – Prove tecniche di sopravvivenza via etere. Qui l’autore, con pungente ironia, descrive una intera giornata radiofonica di dialogo aperto agli ascoltatori. Non mancano battute dotte e piccanti ad un tempo, che si leggono sorridendo.

Settimo libro: Dormire, forse sognare. Breve viaggio a dorso di mulo fra nebbia, incubi, spot e realtà virtuali. Un libro di indagine sulla validità o inutilità dei sogni; un lavoro di riflessione, che lascia aperta la domanda se sia giusto razionalizzare quanto di misterioso vi è nel sognare. Forse è nel sogno il seme delle opere più belle dell’uomo.

Libro ottavo: L’italiano (ieri e oggi) - Tra rimembranze, contaminazioni e prove di scrittura, un importante lavoro di critica alla smodata e deleteria opera di distruzione della lingua italiana.

E’ mio dovere ringraziare l’editore Gianni Cavalli per avermi offerto i libri di Rossano pubblicati con la casa Levante. Ho potuto conoscere così un giornalista con la vocazione dello scrittore, del narratore e del drammaturgo. Un intellettuale al quale non sono mancati gratificazioni e riconoscimenti. Ricordiamo, fra i tanti, il Premio Saint Vincent per il giornalismo sull’integrazione pugliese, il Premio Campione d’Italia nel ’75 per il teatro, il Premio Nuovo Mezzogiorno per la saggistica.

Antonio Rossano è stato e rimane un esponente di primo piano nel campo di varie attività culturali. Egli lavorò per venti anni in RAI e poi nella redazione politica del Gr1 anche da inviato speciale. Per un quindicennio fu docente a contratto all’Università di Bari e direttore del Master di giornalismo promosso dall’Ordine, d’intesa con l’Ateneo barese.

E’ necessario dire che le pubblicazioni di cui ho parlato sono soltanto una parte delle opere da lui prodotte. Tanti suoi libri sono stati pubblicati con altre case editrici, quali Adriatica editrice salentina, Cacucci, Dedalo, De Donato, Ecumenica ed., Laterza, Palomar e SugarCo.

Antonio Rossano è stato uno dei figli migliori, un figlio illustre della città di Bari, uno scrittore poliedrico, un professionista eccellente, che ha lasciato una cospicua eredità culturale alla sua città, alla Puglia e non solo. E’ pertanto doveroso e giusto non dimenticarlo.

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