Bari, il Giorno del Ricordo è nel Villaggio Trieste

di NICOLA ZUCCARO - Settantatré anni fa Bari fu una delle 120 città italiane che accolse i profughi sfuggiti ai massacri perpetrati dai partigiani salvi facenti capo al Maresciallo Tito. Gli esuli provenivano in gran parte dai territori di Fiume, dell'Istria e della Dalmazia che, a seguito del Trattato di Pace firmato il 10 febbraio 1947, furono ceduti dall'Italia alla Jugoslavia. 

Da questi territori, migliaia furono gli italiani che, già nel 1943, sfuggirono agli eccidi riscontrati con il rinvenimento nelle Foibe dei cadaveri di coloro che non riuscirono a fuggire da quelle terre. Quasi la metà degli oltre 350 esuli giunse a Bari dove l'accoglienza fu immediata con l'allestimento delle baraccopoli nelle Zone di Torre Tresca (nelle vicinanze della Chiesa di Santa Fara) e in via Napoli.

Nel 1956, dopo un decennio di segnato da inevitabili disagi, i profughi istriani e dalmati (ai quali si aggiunsero altre provenienze da Fiume, dall'Africa, dagli Abruzzi, dalla Grecia e dal resto dei Balcani) trovarono una dignitosa allocazione presso il centro abitativo denominato Villaggio Trieste. Esso, ubicato fra la Fiera del Levante e lo Stadio della Vittoria, è quel luogo che, oltre a conservare, rinnoverà la memoria del Giorno del Ricordo con la deposizione di una corona d'alloro da parte del sindaco di Bari Antonio Decaro alle ore 11 di lunedì 10 febbraio 2020.

La cerimonia, che si terrà all'altezza del civico n.3 di via Policarpo Scagliarini, riparerà la dimenticanza della Civica Amministrazione del dramma vissuto da questi concittadini e che, a tutt'oggi, rappresenta una delle pagine dimenticate della Storia contemporanea di Bari.
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