Non si può restare indifferenti al cambiamento climatico, è qualcosa che coinvolge il nostro quotidiano e la qualità della vita e che progressivamente lo farà sempre di più. La direzione da prendere è quella verso l'uso esclusivo delle fonti rinnovabili, attuando un solido processo di decarbonizzazione a livello globale.
Secondo gli esperti, occorrerà raggiungere
la neutralità carbonica completa entro il 2050, mentre entro il 2030
dovremmo già essere a metà dell'opera, ovvero produrre la metà delle emissioni
nette di gas a effetto serra rispetto a quelle calcolate nel 1990. L'impresa
non è da poco, inutile negarlo, ma è una sfida che siamo chiamati tutti ad
affrontare e ovviamente, a vincere.
La necessità di puntare verso fonti
rinnovabili quali alternativa al carbone è imperante e non sono affatto
poche le aziende che negli ultimi anni si stanno impegnando in tal senso,
testando nuovi sistemi come l'accumulo termico, elettrochimico e chimico. A
livello domestico, invece, si punta molto sull'energia green dei sistemi
eolici, solari, idroelettrici e delle pompe di calore, anche sfruttando gli
incentivi statali messi a disposizione per il miglioramento energetico degli
edifici.
La banca digitale ING è da sempre in
prima linea per sostenere tutti i processi relativi alla decarbonizzazione
progressiva. Molto interessante al riguardo è lo studio realizzato in
collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile dal titolo “Verso
la decarbonizzazione dell'economia – Italy Outlook 2019”, che mira ad
analizzare le ripercussioni che la mancata decarbonizzazione può provocare
sull'economia del nostro Paese.
Così come si legge nella sezione ING novità ,
lì dove sono riportati i dati dello studio, l'Italia produce meno dell'1% delle
emissioni mondiali, ma per la sua posizione geografica è particolarmente
esposta ai cambiamenti climatici, divenendo a tutti gli effetti una sorta di
“territorio fragile”. A confermarlo è altresì una ricerca della Fondazione per
lo sviluppo sostenibile dell'European Institute on Economics and the
Environment, che ha stimato un taglio annuo dell'8% sul PIL italiano a partire
dal 2050, nel caso in cui la decarbonizzazione globale fallisse. Questo 8% è
stato calcolato in un equivalente di circa 130 miliardi di euro in meno
all'anno.
Già nel 2018 i cambiamenti climatici hanno
fatto danni ingenti a livello mondiale, stimati da Munich Re per circa 128
miliari di dollari. Va da sé, dunque, che prendere la giusta direzione verso la
decarbonizzazione sia un obbligo.
Tra l'altro, sempre continuando l'analisi
dei dati della ricerca di ING, il passaggio alle fonti rinnovabili genererebbe
la creazione di nuovi posti di lavoro, e un rilancio economico non
indifferente. A ciò si uniscono i vantaggi dell'economia circolare, uno dei
modelli virtuosi da mettere in atto e che maggiormente può contribuire a ottimizzare
la gestione, il riciclo e il riutilizzo dei materiali.