2 giugno senza parata, dal '61 al '99


NICOLA ZUCCARO - Croce per il suo peso, non solo organizzativo, ma anche e soprattutto economico sul bilancio statale. Delizia, per la mescolanza dei mezzi con le divise delle Forze Armate e dei vari Corpi dello Stato. Nel 2 giugno 2020 questo contrasto, tipico della rivista militare lungo il viale dei Fori Imperiali in Roma, non ci sarà per le restrizioni imposte dal Covid-19 e che vietano le manifestazioni con cornice di pubblico.

Non è la prima volta dal 1948, anno della prima edizione, che la Festa della Repubblica sarà monca della tradizionale parata, in seguito ai numerosi precedenti. Il primo risale al 1961, anno in cui per il primo Centenario dell'Unità d'Italia si svolse a Torino quale prima capitale italiana. Due anni dopo, il 2 giugno 1963, non si svolse per l'agonia di Papa Giovanni XXIII, deceduto il giorno dopo e fu rinviata al 4 novembre in concomitanza con la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.

Terzo rinvio nel 1976, quando per il disastroso terremoto in Friuli fu richiesto un consistente impiego di uomini e di mezzi per soccorrere le rispettive popolazioni colpite dall'evento sismico. Dal 1977 al 1982, per il perdurare dell'austerity, la rassegna militare non si tenne e al suo posto, nella prima domenica di giugno, si svolse una solenne celebrazione con le rappresentanze delle Forze Armate, presso l'Altare della Patria in piazza Venezia a Roma.

Nel 1983, il ripristino che durò fino al 1988. Sospesa nuovamente dal 1989 al 1999, fu definitivamente ripristinata nel 2000 per volere dell'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
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