FI e FdI ad Emiliano: "Presidente, porti in Consiglio regionale la sua giostra elettorale"


BARI - Ecco il testo della lettera aperta al presidente Michele Emiliano firmata dai capigruppo Ignazio Zullo e Nino Marmo e da tutti i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia (Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola) e di Forza Italia (Aldo Aloisi, Domenico Damascelli, Francesca Franzoso e Giandiego Gatta):

"Presidente Emiliano, a tre mesi esatti dalle elezioni, e messa momentaneamente da parte l'emergenza Covid-19, è entrata ormai nel vivo la sua giostra elettorale, con gli annunci di internalizzazioni, di stabilizzazioni di massa. La precarietà del lavoro e dell'esistenza stessa di una persona e di una famiglia rappresenta un problema troppo delicato e importante perché possa essere oggetto di una strumentalizzazione così disinvolta: e nessuno merita di essere ingannato, preso in giro o condizionato nella propria libertà di scelta e decisione, sarebbe un inganno e una sconfitta della democrazia.

Lei, presidente, e il suo esecutivo avete avuto a disposizione 5 interi anni per procedere alle stabilizzazioni, e la tempistica induce perlomeno a sospetti e dubbi. Per questo, alla luce di questa premessa, e per scongiurare il rischio di un'illusione di massa, di un'operazione che appare al momento come una navigazione in un mare aperto e tempestoso, la invitiamo, prima di procedere, a fare le cose per bene, se la volontà è davvero quello di garantire un futuro stabile a tanti precari storici, la nostra stessa volontà: portare tutto il suo piano occupazionale, l'impianto progettato per dare finalmente risposte concrete a migliaia di persone, in Consiglio regionale. Corredato dalle leggi regionali e nazionali, per discuterlo e se necessario addirittura migliorarlo, permettendo attraverso emendamenti a una platea ancora più vasta di essere assunta in pianta stabile, noi siamo prontissimi a fare la nostra parte: ma con il pieno rispetto delle normative vigenti, per evitare che i provvedimenti varati possano essere poi impugnati dal governo nazionale o davanti a un tribunale amministrativo. E che al danno di anni di colpevole disattenzione e mancata considerazione possa aggiungersi la beffa, tra qualche mese, di uno stop prevedibile che equivarrebbe a un ennesimo tradimento, per quelle persone che meritano rispetto nella loro dignità, non di essere blandite da diritti acquisiti spacciati per regali o gentili concessioni.

Venga allora in consiglio, presidente, insieme ai suoi assessori altrettanto impegnati in queste ore in annunci entusiastici. Vi aspettiamo per una partita a carte scoperte, senza bluff di sorta, perché la posta in gioco, il futuro di migliaia di pugliesi, è troppo alta anche e soprattutto rispetto ad altrettanti voti e consensi".
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