Consiglio Puglia: al via esame della legge elettorale


BARI - Più di 1950 emendamenti (la paternità di 1946 è stata rivendicata dal consigliere Francesco Ventola, FdI), meno di una decina, però, quelli attorno ai quali si consumerà la battaglia politica per la modifica della legge elettorale, ultimo atto della legislatura. Il confronto parte dalla doppia preferenza di genere, un ddl di poche righe e apparentemente di semplice approvazione, anche in considerazione dell’orientamento espresso in Aula dalle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, sul quale giunge qualche giorno fa la diffida del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

La strategia del centrodestra è ben delineata: innalzare il muraglione dei 2000 emendamenti per contrastare le ulteriori modifiche alla legge elettorale che vanno oltre la doppia preferenza di genere, quasi tutte a firma delle forze politiche di maggioranza. Una norma, attraverso una precisa rappresentazione grafica sulla scheda elettorale, stabilisce un collegamento diretto tra il candidato presidente ed i contrassegni che lo appoggiano anche con un singolo voto. L’altra modifica, sottoscritta congiuntamente da maggioranza e M5S, prevede l’inammissibilità delle liste che non rispettano la proporzione di un genere 60/40 (oggi è prevista l’ammissibilità, ma i partiti se la cavano con una ammenda pecuniaria).

Altro emendamento di peso a firma della maggioranza (fronte gruppi emilianisti), è la sospensione delle funzioni attribuite a quel consigliere nominato assessore, con il subentro del primo dei noi eletti nella carica di “supplente” che resta tale sino a quando il collega sostituito decade dall’incarico di assessore rientrando in possesso della funzione iniziale. Appartengono al centro destra, invece, due norme che vanno nella stessa identica direzione: rendere ineleggibile a consigliere regionale gli amministratori o i titolari di incarichi di consulenze sottoscritti in aziende collegate o controllate dalla Regione, nonché consulenti a qualsiasi titolo nominati dal Presidente e dalla Giunta regionale e vigenti al momento di indizione delle elezioni.
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