Unesco, sos dazi a un anno da riconoscimento Colline del Prosecco

(Pixabay)
ROMA - Nell’anniversario dell’iscrizione de “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco è allarme dazi per le esportazioni negli Stati Uniti che sono diventati il principale mercato di consumo del Prosecco al di fuori dei confini nazionali. E’ quanto afferma la Coldiretti ad un anno dal riconoscimento da parte dell’Unesco delle bollicine italiane più popolari che sono entrate nella lista nera dei prodotti Made in Italy sotto attacco dei nuovi dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con la procedura di consultazione da parte del dipartimento statunitense del commercio (USTR) che si concluderà il 26 luglio.

Un pericolo concreto ad un anno dal riconoscimento Unesco poiché se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem – sottolinea la Coldiretti – una bottiglia di Prosecco venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite. Un danno enorme nel principale mercato di sbocco delle pregiate bollicine che nel primo trimestre del 2020 nonostante l’emergenza coronavirus si è mantenuto stabile, mentre sono crollate nello stesso periodo del 14% in valore le esportazioni in Gran Bretagna che si colloca così al secondo posto, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat.

Una situazione che favorisce – continua la Coldiretti – la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa, dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco il quale viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. L’ultima battaglia legale vinta dal Prosecco – continua la Coldiretti – è contro le bollicine francesi senza alcol commercializzate con il nome “Nosecco” e destinato al mercato britannico.

Una concorrenza sleale insopportabile – precisa la Coldiretti – soprattutto se si considerano le difficoltà di bar, ristoranti e alberghi che hanno causato un crollo delle vendite di vino nella ristorazione in tutto il mondo. Si teme dunque una tempesta perfetta con le tensioni determinate dalla Brexit che – conclude la Coldiretti – si sommano alle misure protezionistiche degli Stati Uniti in una situazione in cui il commercio internazionale è già frenato dai limiti posti dalla pandemia coronavirus.
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