Fantasmi nell'Istituto Vittorio Emanuele II a Giovinazzo


MARIO CONTINO –
Giovinazzo, cittadina del Nord Barese, facente parte dell’area della città metropolitana di Bari, conserva alcune delle leggende più affascinanti d’Italia, che certamente meritano attenzione e rispetto.

Il mistero più oscuro, ed anche quello maggiormente conosciuto, è relativo alle presenze spettrali che dimorerebbero nel centralissimo “Istituto Vittorio Emanuele II”, che fu sede del convento dei padri Domenicani fino al 1809 e che fu successivamente destinato ad accogliere trovatelli e adolescenti in difficoltà economica e familiare.

All’interno delle mura di questo edificio, nel corso dell’ultimo ventennio, si sono susseguite varie “voci” secondo le quali l’istituto sarebbe “infestato” da varie presenze soprannaturali, forse gli spettri di qualche bambino o ragazzo che in passato fu ospite dell’orfanotrofio e che, per un motivo o per l’altro, trovo la morte all’interno di quel luogo.

Ho personalmente condotto diversi sopralluoghi, sia nelle aree dismesse del primo piano (dormitorio, infermeria ecc.), sia nei sotterranei, autorizzato dagli organi competenti ed in presenza del delegato del sindaco della città metropolitana di Bari Dott. Nicola De Matteo.

Nel piano superiore, durante una registrazione EVP atta a registrare eventuali risposte fornire da presunte entità sensienti (tecnica definita “delle voci elettroniche”), ottenni una risposta ad una mia specifica domanda:

Domanda: Quanti anni hai?”

Risposta: Nove.

All’interno del dormitorio, area ormai dismessa ed adibita a deposito, erano presenti dei tavolini in legno. Grazie ad un illuminatore UV fu possibile osservare le impronte di piccole manine, ben visibili grazie al contrasto offerto dalla polvere che ovviamente ricopriva ogni cosa.

All’interno dei sotterranei, invece, successe uno dei fenomeni più strani che io abbia mai riscontrato: improvvisamente una pietra cadde in mezzo ai presenti, come se fosse stata lanciata da qualcuno. Grazie ad una termocamera riuscimmo a stabilire che la pietra possedeva una temperatura di circa 38/40 °C, e per oltre dieci minuti tale temperatura restò costante, senza accennare a diminuire, fatto che posso definire, se non paranormale, quantomeno anomalo.

Non è tutto: sempre nei sotterranei fu chiesto, rivolgendosi sempre ad una presunta entità in grado di comprendere le nostre richieste, di bussare tre volte su di un pannello di legno presente nel luogo, ed il rumore non tardò a presentarsi.

Quanto da me raccontato avvenne solo in una delle numerose volte in cui mi sono recato all’interno dell’Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo.

Sono certo che successivi studi potrebbero meglio chiarire il limite tra realtà e leggenda, tra suggestione e oggettività, tra casualità e certezza.

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