L’Aula Magna dell’Università di Bari


VITTORIO POLITO - L’idea di erigere il Palazzo Ateneo nella nostra città fu promossa nel 1863 dal Consiglio Provinciale, ottenendo subito l’adesione dell’Amministrazione Civica di Bari, che deliberò anche di partecipare alla spesa nella misura di un terzo.

L’Università degli Studi di Bari, istituita con Decreto del 9 ottobre 1924, nasce dall’esperienza delle antiche Scuole Universitarie di Farmacia e Notariato, le quali sostituirono il Reale Liceo delle Puglie nella fase successiva all’unificazione italiana. In seguito, nel 1925, unificando la scuola per Ostetriche e quella di Farmacia fu creata la Facoltà di Medicina e Chirurgia e dalla Scuola Superiore di Commercio nacque, poi, la Facoltà di Economia, seguita da quelle di Giurisprudenza ed Agraria. Dal 1944 furono istituite le Facoltà di Lettere e Filosofia, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Lingue e Letterature Straniere, Ingegneria, Magistero e Medicina Veterinaria.

La cerimonia inaugurale si svolse al Teatro Petruzzelli il 15 gennaio 1925 alla presenza del Principe di Udine in rappresentanza del Re e del Ministro della Pubblica Istruzione Pietro Fedele (1873-1943). Il Senato e la Camera dei Deputati del Regno furono rappresentati rispettivamente da Antonio De Tullio (1854-1934) e da Raffaele Paolucci (1892-1958). La serata di gala si tenne allo stesso Teatro con il ‘Faust’ di Charles Gounod preceduto dalla esecuzione della ‘Marcia Reale’ e di ‘Giovinezza’, il famoso inno fascista. Il ‘Faust’ non fu allestito per l’occasione, ma rientrava nella normale programmazione del Teatro Petruzzelli. Primo nome della nostra Università “Adriatica”, poi “Benito Mussolini” (1883-1945), oggi “Aldo Moro” (1916-1978).

Primo Rettore Nicola Pende (1880-1970) (nativo di Noicattaro), ordinario di “Clinica Medica” a Palermo, noto endocrinologo,

Il Palazzo Ateneo ha ospitato per lunghi anni il Museo Archeologico, istituito nel 1875, e la Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi”, oggi allocati in altre sedi.


Saverio La Sorsa (1877-1970), nel 1950 pubblicò una relazione relativa ai primi venticinque anni dell’Ateneo barese, nella quale riporta gran parte della cronaca della inaugurazione e nella quale si legge tra l’altro: «Oggi è la festa della tua nuova civiltà, è la festa di tutti, dei più umili artigiani e contadini, come dei più nobili e dei più potenti: perché tutti hanno dato il loro obolo materiale, tutti il loro consenso di fede e di volontà alla realizzazione di ciò che dovrà nobilitare e rivelare lo spirito tuo agli occhi del mondo, la tua “Universitas studiorum”». Parole pronunciate dal primo Rettore Nicola Pende.

Nella nostra Università da quel lontano 1925 sono cambiate molte cose, si sono avvicendati molti Rettori di notevole e indiscusso valore, vari direttori amministrativi, molti cattedratici di chiara fama in tutte le facoltà, numerosi funzionari ed impiegati, tra cui il sottoscritto, ma la bellissima Aula Magna, oggetto della presente nota, è rimasta sempre la stessa e col passare del tempo si impreziosisce sempre di più.

A Livia Semerari, storica dell’arte, fu dato il compito di effettuare ricerche sul pittore Mario Prayer (1887-1959) e di pubblicarne i risultati. L’operazione fu seguita nella realizzazione anche da Giorgio Otranto, già ordinario di “Storia del Cristianesimo Antico”, all’epoca prorettore. Cosa che la studiosa ha fatto molto approfonditamente, presentando gli affreschi, spiegandone genesi e significato, nella bella pubblicazione “Aula Magna – Università degli Studi di Bari”, edita nel 2000 dall’Ateneo, colmando così una lacuna sia nella conoscenza del pittore che nella storia del Palazzo e della stessa Aula.

Le decorazioni della volta e del registro superiore della parete, realizzate a partire dal 1924 da Mario Prayer, sono significativi esempi di quel singolare gusto che imperò intorno al primo trentennio del Novecento.


«Le rappresentazioni allegoriche della Letteratura, della Medicina, della Filosofia sulla parete sinistra e quelle dell’Agricoltura, della Geografia e della matematica sulla parete destra, alternate dalle raffigurazioni, nei medaglioni, di Ariosto, Tasso, Vasari e Michelangelo indicano, nel loro insieme, le ambizioni di questa pittura a farsi sintesi generale e, insieme, la volontà di rappresentare per forza di memoria».

Anche la nostra Regione è rappresentata con le raffigurazioni allegoriche di Bari, Trani, Altamura, Lucera, Andria, Lecce, Taranto, Brindisi e Foggia, che mostrano la raffinata cultura disegnativa e pittorica di Prayer, che non si fermò solo nell’Aula Magna dell’Ateneo, ma decorò anche il salone di rappresentanza della Prefettura e della Sala Consiliare del Comune di Bari e, insieme al fratello Guido (1898-1968), realizzò i pannelli del Cinema Oriente, oltre ad estendere la sua attività anche in altri centri pugliesi.

Il bel volume di Livia Semerari, con prefazione di Aldo Cossu (1922-2005), rettore pro tempore, deliziosamente illustrato e commentato, con tutte le immagini dell’Aula Magna e una breve biografia del pittore, è corredata da tante informazioni, presentate anche nelle lingue tedesca, spagnola, inglese e francese, rispettivamente a cura di Vincenza De Pinto, Silvana Mariel Sirico e Yolande Ranchard.

Chi scrive, che ha lavorato per 40 anni presso la Facoltà di Medicina, visionando diverse volte quella splendida Aula, rimanendo ancora oggi incantato dalla bellezza e dalla magnificenza di quella Sala, non può dimenticare i fasti della nostra Università, con il ricordo di alcuni illustri docenti che hanno fatto grande il nostro Ateneo con il loro straordinario impegno accademico e clinico hanno nobilitato la Facoltà Medica di Bari. Tra essi, ricordo: Nicola Pende, Giovanni Gallerani, Luigi Ferrannini, Alessandro Baldoni, Nicola Leotta, Filippo Neri, Ugo Cerletti, Giacomo Aymerich, Giuseppe Sangiorgi, Giuseppe Solarino, Giacomo Armenio, Virgilio Chini, Carlo Righetti, Alberto De Blasi, Giuseppe Marinaccio, Michele Mitolo, Gualtiero Lugli, Luigi Cardia, Claudio Malaguzzi Valeri, Vito Diomede-Fresa e Antonio Brienza.
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