Chiese dipinte o muri bianchi? Il dilemma degli spazi sacri

VALTER CANNELLONI - Opera scritta da alcuni eminenti esperti sotto forma di articoli brevi e sintetici, per esplorare il controverso rapporto tra arte e architettura, nel contesto dello spazio liturgico cattolico, facendo dialogare rappresentanti della Chiesa Romana e dell'Ortodossia.

Il testo si apre con l'analisi della Chiesa dei SS. Stefano e Sofia di Soleto (Lecce), esempio dell'iconografia delle chiese italo-greche della Terra d'Otranto, per passare poi all'imponente monastero di Visoki Decani, nel Kosovo, costruito nel 1334 dal fraticello francescano Vita, in cui la sensibilità occidentale si riflette soprattutto nell'architettura, mentre le esigenze ortodosse sono espresse in un'iconografia creativa e prodigiosa, al servizio della gloria di Dio, che qui dimora probabilmente più volentieri che altrove!

Dopo una dissertazione sulle differenze tra l'architettura figurativa e quella astratta in Francia, esemplificata dalla splendida cattedrale di Notre-Dame di Crèteil, inaugurata nel 2015 (con la sua forma di astronave aliena piombata sul pianeta Terra), il testo si sposta quasi al Circolo Polare Artico, nell'arcipelago delle Isole Solovki nel Mar Bianco, a settecento chilometri da San Pietroburgo e a milleduecento da Mosca, dove un gruppo di intrepidi preti ortodossi sta riportando all'antico splendore, dal 1994, lo stupendo monastero omonimo, destinato, durante le purghe staliniste, a campo di sterminio e poi a luogo di detenzione per prigionieri politici (tra essi, anche Aleksandr Solzenicyn).

Dopo gli interventi di Julia Stankova, pittrice di icone ortodosse tratte dal Vangelo di Marco (l'artista non si autodefinisce tale, ma “una teologa con una mano esperta”) e di Anastasije Redovic sulla pittura sacra contemporanea serba, Serbia che ha sempre rappresentato il crocevia tra l'Oriente ortodosso e l'Occidente romano-cattolico, uno degli autori del testo, Francois Boespflug si addentra in un'analisi delle nuove architetture, che hanno portato dal muro dipinto delle chiese al muro bianco.

Prendendo ad esempio otto luoghi di culto francesi del XX e del XXI secolo, Boespflug sottolinea che gli affreschisti, i mosaicisti ed i pittori sono stati eclissati dagli architetti, unici investiti del compito di unirsi alla preghiera dei fedeli e di facilitarla.

Boespflug auspica invece vivamente un nuovo equilibrio ritrovato tra architettura ed iconografia, invocando che i veri committenti, cioè i fedeli, al di là dei responsabili ecclesiastici e delle autorità pubbliche intervengano nel progetto delle chiese a loro destinate.

Dopo tre interventi di Valerio Pennasso (“Iconografie e architetture nelle chiese contemporanee: limiti, sfide, responsabilità”), di Giorgio Della Longa (“Progettare lo spazio sacro: tra memoria e profezia”) e di Don Giuliano Zanchi (“Il bello sposa il vero: arte cristiana contemporanea”), il testo termina con due schede d'approfondimento, una dedicata al ritrovamento dell'affresco dell'albero di Jesse (Genealogia di Cristo) nella chiesa di San Vincenzo a Miggiano, nella Diocesi leccese di Ugento-Santa Maria di Leuca ed un'altra dedicata all'”eterno nel tempo: arte e architettura cristiana tra Oriente ed Occidente”.

Si conclude così questo saggio ampio geograficamente e temporalmente, volto a porre a confronto punti di vista diversi, persino contrapposti, nell'intento di contribuire alla ricerca sul tema capitale dello spazio sacro e del suo corredo iconografico.

FRANCOIS BOESPFLUG, CRISTIANO COSSU,
EMANUELA FOGLIADINI, ADA TONI
SPAZIO SACRO E ICONOGRAFIA: LIMITI, SFIDE, RESPONSABILITA'
EDITRICE JACA BOOK ARTE, MILANO, 2020
PAGG. 229.
EURO 25.00

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