I domenicani della Basilica di San Nicola rendono omaggio al fondatore dell'ordine San Domenico


LIVALCA
- Quando l’amico Antonio mi ha chiesto di illuminarlo sul movimento conosciuto come ‘eresia albigese’, non ho potuto fare a meno di pensare agli insegnamenti paterni di Mario Cavalli e alla sua filosofia di vita ispirata a “Ogni impedimento è un giovamento”. Gli albigesi, il cui nome deriva dalla cittadina di Albi, a sud della Francia, avevano costituito un gruppo eretico molto numeroso e propugnavano un principio di povertà e moralità intransigente e finirono per porsi come antagonisti della Chiesa di Roma.

In breve nel 1208 Papa Innocenzo III bandì una crociata, guidata con estrema ferocia e poca umanità da Simone di Monfort, che ebbe il suo apice l’anno successivo con l’assedio di Bézier ( Mi limito a riportare l’evento, tralasciando qualsiasi giudizio storico-cristiano). Nel frattempo Domenico di Guzmàn, nato nella Vecchia Castiglia a Calaruega nel 1170 da Felice e da Giovanna De Aza, aveva portato a termine studi universitari a Palencia e, subito dopo, era entrato a far parte dei canonici della cattedrale di Osma. Il futuro Santo, attraversando la località di Languedoc, toccò con mano non solo quanto fosse sviluppata l’eresia, ma anche quanto le loro richieste non fossero proprio tutte prive di fondamento (di solito questo non si dice perché ‘dura lex, sed lex’).

In sostanza la richiesta di vita dedicata alla pratica religiosa senza lussi, quasi in povertà, era un problema che meritava approfondimenti. Il suo impegno fu incentrato su una predicazione totale e già nel 1206 fondò l’ordine dei frati predicatori per contrastare l’eresia albigese. Nel 1216 papa Onorio III riconobbe l’ordine, che si ispirava alla regola di sant’Agostino: predicazione e insegnamento della dottrina. Si racconta che S. Domenico con la testimonianza e la preghiera fu in grado di convertire oltre centomila eretici, non mancando mai di precisare “che l’ignoranza è il terreno più fertile per la diffusione dell’errore”. Fu lui che si occupò di formare quella nuova generazione che avrebbe regalato all’Italia non solo santi, ma anche artisti, dottori e apostoli. Stabilì che l’abito doveva essere formato da una tonaca lunga di colore bianco, scapolare e cappuccio bianco con cappa e cappuccio nero; lo stemma antico è una croce gigliata bianco-nera (…quando si dice che la Juve ha i santi in Paradiso, non si erra di molto!).

L’Ordine dei Domenicani ( ordine di frati predicatori), a differenza di quello francescano, può essere considerato di élite dal momento che fa proseliti e discepoli nell’ambiente universitario, che veniva arricchito e integrato con le scuole di teologia situate nei conventi (Bologna, Padova, Parigi, Roma, Colonia,Oxford, Napoli e Bari) e che ebbero in S. Alberto Magno e S. Tommaso d’Aquino due esponenti di grande personalità. San Domenico concluse la sua operosa e industriosa esistenza il 6 agosto del 1221 a Bologna e Gregorio IX lo canonizzò nel 1234; attualmente il suo corpo riposa nella magnifica Arca, famosa in tutto il mondo, opera di Nicolò Pisano nel convento a lui dedicato.

Nella Basilica di S. Maria Novella in Firenze si trova un affresco dal titolo “Esaltazione dell’Ordine Domenicano’, del pittore Andrea Bonaiuto, in cui S. Domenico lancia i cani (Domenicani) contro i lupi (eretici), nel mentre S. Pietro Martire è impegnato in una conversazione con gli stessi. Nella stessa Basilica vi è un capolavoro - anonimo che io ricordi - in cui Cristo, la Vergine e i Santi dell’Ordine dei Domenicani sono dipinti su una tavola lignea (Una ‘cosa’ bella è una gioia eterna). Nella Pinacoteca di Brera a Milano vi è un originale dipinto di B. Gozzoli, in cui San Domenico risuscita un bambino.

La Comunità dei PP. Domenicani della Basilica Pontificia di San Nicola in Bari per festeggiare degnamente San Domenico, fondatore dell’Ordine dei Predicatori, nell’anno giubilare in occasione dell’8 Centenario del suo Dies Natalis ( 1221-2021) officerà, giovedì 28 gennaio, alle ore 18,30, una solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Priore fr. Giovanni Distante OP. Al termine del rito religioso verrà scoperta una pregevole icona del S. P. Domenico, in modo che i fedeli possano ammirarla per tutto il periodo dell’anno giubilare. Mi piace ricordare che nel XIII secolo l’Ordine dei Domenicani si diffuse ovunque fondando conventi in Spagna, Francia e Inghilterra e tanti furono i personaggi di rilevo che ne fecero parte, ma cito solo santa Caterina da Siena e il pittore Beato Angelico.

Per i pochi che non sono riusciti a giustificare l’ingerenza del motto di mio padre ‘in camera caritatis’ preciso che nello scontro con gli eretici S. Domenico ha compreso che anche ‘in hoc signo vinces’ è migliorabile, per cui ‘iurare in verba magistri’ è una grande cosa quando si è fatto anche un piccolo esame di coscienza in cui la verità del maestro è soppesata dal nostro buon senso.

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